Una generazione marchiata a fuoco dalla precarietà. La prima diventata più povera di quella che l’ha preceduta. I millennials (i nati dal 1980 al 1995) forse passeranno alla storia per questo poco ambito primato, ma di certo potranno dire di aver vissuto, subendolo, uno dei periodi più caotici dell’esistenza.

La serie di recenti cataclismi socio-economici è infinita: l’esplosione della globalizzazione, la politica di austerità decisa dall’Italia dopo decenni di sprechi della “Prima Repubblica”, l’arrivo dell’Euro che fece praticamente raddoppiare i prezzi nell’arco di pochi mesi o la crisi finanziaria del biennio 2007/08. Senza contare il blocco delle assunzioni pubbliche, la fuga delle imprese italiane all’estero alla ricerca di manodopera a buon mercato e il boom dei contratti precari imposti a quella che per anni venne chiamata “Generazione 1.000 euro”. Un tornado senza precedenti che ha sfornato milioni di trenta-quaranta e cinquantenni senza stipendio né certezze.  Lasciati a sognare ciò che i padri davano invece per scontato. 

Dubbi

Beh, gli osservatori più attenti hanno però iniziato a contestare alcuni passaggi di questa crisi generazionale, partendo da una convinzione: i giovani di oggi sono più poveri dei propri padri anche perché tutto costa enormemente di più che in passato. E per avvalorare questa tesi basta usare un’unità di misura sempre salda nel corso dei decenni: l’ammontare dello stipendio medio di una famiglia (ovviamente adeguato all’inesorabile aumento del costo della vita).

Ed ecco che si apre un oceano di considerazioni da rimuginarci tutta la notte. Basta puntare i riflettori sull’acquisto di una delle passioni dei sardi: l’automobile. Solo venti anni fa, secondo  il Centro Studi di AutoScout24, nell’Isola per acquistare un mezzo bastavano 5,1 redditi familiari netti medi mensili, ovvero l’introito nell’arco di 30 giorni di una famiglia tipo. Nel 2023 ne servono invece quasi nove (8,8).

Listini alle stelle

«Il prezzo medio delle 10 auto nuove più vendute è passato infatti da 10.590 euro di 20 anni fa a 21.040 euro del 2023 (+99%)», spiegano i rappresentanti di AutoScout24. «Mentre i redditi familiari netti medi sono aumentati in misura nettamente inferiore, da una media regionale mensile di 2.084 euro a 2.403 euro (+15,3% dal 2003 al 2020)».

Ma non è tutto, chi vuole veramente concedersi il lusso di una moderna ed ecologica auto elettrica deve mettere in conto  ben 14,6 mensilità (35.130 euro di media).

«In questo contesto il mercato dell’usato si conferma la soluzione ideale per chi cerca vetture di nuova generazione, di segmento superiore o con dotazioni maggiori, ma a un prezzo più contenuto e in linea con le proprie tasche». 

I segmenti e regioni

L’analisi di AutoScout24 ha preso in considerazione anche le 10 auto nuove più vendute nei segmenti A, B e C. Per acquistare una citycar di segmento A, si va dai 4,3 redditi familiari netti medi mensili del 2003 ai 7,5 attuali (18.050 euro); per il segmento B si passa da 5,1 di 20 anni fa a 9,2 (22.185 euro) e per il segmento C da 7,7 a ben 14,7 (35.225 euro), quasi il doppio.

A livello regionale, nel 2023 la Sicilia e l’Abruzzo sono i territori dove è richiesto il numero più alto di redditi familiari netti medi mensili per acquistare un’auto nuova (9,7), seguita da Campania (9,5), Basilicata (9,4), Puglia (9,3) e Molise (9,2). Al contrario, ovviamente per una questione di redditi più alti, troviamo la Lombardia e il Trentino-Alto Adige, dove sono sufficienti 6,7 mensilità.

Sergio Lanfranchi del Centro Studi di AutoScout24 dichiara: «Il costo di un’auto nuova è quasi raddoppiato negli ultimi vent’anni. Una situazione verificatasi sicuramente per via di molti fattori, fra cui i nuovi investimenti in Ricerca & Sviluppo e l’incessante integrazione di nuove tecnologie sui veicoli in vendita, che sono andate a migliorare e ottimizzare anche le auto di livello base, fornendo quindi al consumatore una scelta sempre più premium anche nei livelli più accessibili. Un altro cambiamento importante è stato apportato nel campo della sicurezza, per cui le auto di oggi hanno molte più funzioni dedicate alla salvaguardia dei passeggeri, e molte di queste sono diventate oggi una dotazione irrinunciabile».

Insomma, le auto moderne non sono più quattro ruote, un motore e un volante, ma racchiudono ormai una tecnologia che giustificherebbe questa impennata di prezzo. Piccoli grandi gioielli meccanici di comfort e sicurezza che devo essere quindi pagati. Il giusto o troppo lo giudicheranno altri.

© Riproduzione riservata