Nell’aprile scorso la fotografa Barbara Zanon ha pubblicato un reportage sulla guerra in Ucraina. Quelle immagini erano false, le aveva realizzate utilizzando l’intelligenza artificiale della piattaforma digitale Midjourney per dare vita al progetto “Beauty is everywhere”. «Ritrae anziani – scrive l’Ansa - vestiti a festa, con un bouquet di fiori, circondati dalle rovine di un mondo distrutto, bombardato, irriconoscibile. Solo che tutto quello che si vede non è mai esistito, non sono mai esistiti quei corpi, quei volti, quei luoghi e non sono mai esistite quelle vesti, quei fiori e quei gioielli».

Il caso della fotografa veneta è finito su tutte le testate giornalistiche ed ha contribuito ad alimentare il dibattito sull’intelligenza artificiale. Recentemente Barbara Zanon è stata intervistata da Ainews, un sito di informazione dedicato all’AI. «Ho pensato – racconta - che fosse giusto spiegare, almeno alle persone che mi seguivano sui social, cosa stava per accadere nel mondo dell’immagine e dell’editoria. Da fotogiornalista, ho riflettuto a lungo su cosa provare a narrare con l’AI. Perché il mio messaggio arrivasse a più persone possibile, avevo bisogno di trovare una storia che tutti conoscevano soprattutto da un punto di vista visivo. E ho pensato alla dolorosa guerra che da un anno è entrata letteralmente nelle nostre vite. Ho quindi realizzato una cinquantina di immagini AI diverse e poi, come se fosse un vero servizio, le ho selezionate ed editate, costruendo una serie di 10, rappresentative e simboliche. Il fatto che chi le guardava non riuscisse a rendersi conto se quelle immagini fossero vere o meno, pur avendone viste nell’ultimo anno migliaia, mi serviva a dimostrare che era arrivato il momento di porre seriamente la questione».

Il dibattito e le polemiche

Ad alimentare il dibattito ha contribuito in mondo determinante anche il fotografo tedesco Boris Eldagsen. Dopo aver vinto un premio nel prestigioso concorso internazionale “Sony World Photography Award” non si è presentato alla cerimonia. La sua opera era stata realizzata con l’intelligenza artificiale. «La notizia ha fatto il giro del mondo – come riporta il magazine Documenti Fotografici - naturalmente ha diviso l’opinione pubblica. Boris Eldagsen è passato ad essere da coraggioso paladino delle sorti della fotografia a furbo manipolatore in cerca di visibilità. Una cosa è certa: questa azione di rifiuto ha smosso le coscienze su un argomento che ha necessità di essere conosciuto, sviscerato, investigato e regolamentato». Sempre secondo Documenti Fotografici l’artista «ha precisato di aver partecipato al concorso proprio per avviare un dibattito e per capire se i grandi premi di fotografia sono pronti per le immagini create con l’intelligenza artificiale».

Creatività e talento

Negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli interventi, soprattutto nei forum online, sull’intelligenza artificiale nella fotografia. Giovanna Griffo, è una fotografa professionista molto conosciuta, una delle prima in Italia a sfruttare le risorse della Rete per il suo lavoro. «Siamo di fronte a qualcosa di rivoluzionario – ha raccontato nel blog Convivium di Michael Bertolasi - non mi fa paura. Chi ha creatività con l’AI avrà certamente una marcia più. Ci vogliono comunque delle competenze fotografiche per utilizzare al meglio questi strumenti. Bisogna acquisire altra conoscenza. Imparare cose nuove. La vera sfida sarà trovare l’originalità. Credo che le persone di talento non avranno problemi».

Diritti d’autore e polemiche

Nel giro di pochi mesi sono nate tantissime piattaforme che generano contenuti con l’intelligenza artificiale. Nel mondo dell’arte e della fotografia si discute animatamente sulla tutela dei diritti d’autore. Nel gennaio scorso Getty Images ha denunciato Stability Ai, un software utilizzato per creare immagini che avrebbe violato il copyright sulle immagini presenti nel sito dell’agenzia americana. Con il passare del tempo i contenziosi si stanno moltiplicando, ma allo stesso tempo c’è chi chiede con insistenza nuove norme per tutelare gli autori.

World Press Photo contro l’AI

Anche World Press Photo, il concorso giornalistico più importante del mondo, dice no all’intelligenza artificiale. La fondazione che gestisce il WPP, in un primo momento sembrava orientata ad accettare l’utilizzo dell’AI nella categoria “Open Format, ma dopo le polemiche e le proteste ha fatto marcia indietro.

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