Una distesa di granelli di quarzo declinati in un’escalation di colori. Su tutti il bianco ma non mancano il rosa delicato, il verde, il giallo e il nero. La spiaggia di Is Arutas, perla del Sinis di Cabras, annoverata tra le più belle del mondo dagli esperti di riviste specializzate ma proprio per la particolarità della sua sabbia è anche tra le coste più colpite dai “predatori dei chicchi di riso”. Irrispettosi e incuranti dei cartelli di divieto, sordi alle continue e martellanti campagne di sensibilizzazione e informazione, i ladri di sabbia tornano ogni estate. Troppo forte la tentazione di portare via un pezzetto di Sardegna, quei souvenir proibiti che finendo nelle valigie dei turisti creano un danno inestimabile all’ambiente. E quest’anno i granelli di quarzo, confezionati in vasetti di vetro sono finiti persino in vendita su Ebay: sabbia rubata e messa all’asta da un cittadino tedesco. Un’operazione che non è passata inosservata, puntuale la denuncia da parte del sindaco di Cabras Andrea Abis a dimostrazione che c’è massima attenzione per la tutela del patrimonio ambientale.

L’origine

Generalmente si ritiene che i granelli di quarzo, che si trovano non soltanto a Is Arutas ma anche a Mari Ermi e Maimoni, siano frutto di un lungo lavorio di sgretolamento, circa 650 milioni di anni fa: alla fine ha prodotto la spiaggia dei chicchi di quarzo che, l’azione maldestra dell’uomo, rischia di distruggere in una manciata di anni. Secondo altri studiosi invece i sassolini deriverebbero da una formazione geologica che si trovava alle spalle dell’attuale spiaggia, sotto un pianoro basaltico. Circa 700 mila anni fa, i fiumi avrebbero trasportato e depositato grandi quantità di sabbia grossolana e ciottoli fino alla costa dove l’azione del mare continua a plasmare i granelli di quarzo. Di fatto qualunque sia l’origine precisa, è certo che i chicchi di quarzo non si rigenerano, pertanto il rischio concreto è che questo prelievo continuato e massiccio potrebbe portare alla loro sparizione completa. Da qui la necessità di tutelare questa ricchezza ambientale unica e rara.

I chicchi di quarzo di Is Arutas (foto V. Pinna)
I chicchi di quarzo di Is Arutas (foto V. Pinna)
I chicchi di quarzo di Is Arutas (foto V. Pinna)

I furti

Il caso limite della stagione 2023 è la vendita su Ebay: 18,99 euro per la sabbia dei chicchi di riso. Souvenir spesso utilizzato per riempire acquari o abbellire giardini dando una mazzata all’ambiente. Carabinieri e procura sono già al lavoro, mentre nelle spiagge sono già scattate le prime multe: 1000 euro a quattro turisti sorpresi con la sabbia nascosta nelle bottigliette e nelle borse.

Un fenomeno preoccupante perché i ladri di sabbia sembrano non fermarsi davanti ai cartelli di divieto che, in varie lingue, sono ben visibili davanti alle spiagge da Is Arutas a Mari Ermi passando per Maimoni. Fortunatamente oltre ai controlli di vigili urbani, operatori dell’Area marina protetta e delle “sentinelle del Sinis”, volontari messi in campo dal Comune proprio in difesa dell’ambiente, c’è molta attenzione anche da parte dei bagnanti che sempre più spesso segnalano comportamenti sospetti di chi non sa resistere alla tentazione di rubare i chicchi di quarzo. A questa azione sul campo, si aggiunge quella preziosissima degli operatori della sicurezza negli aeroporti sardi che scovano tra i bagagli bottigliette, sacchetti con sabbia e conchiglie prelevati da varie parti dell’Isola. Personale che ormai fa da sentinella del territorio e che anche attraverso la pagina Facebook “Sardegna rubata e depredata” (a cui aderiscono pure gli operatori degli altri scali sardi e dei porti) cerca di tenere alta l’attenzione sul fenomeno.

Sabbia e conchiglie intercettate dai controllori in aeroporto (foto gruppo Facebook "Sardegna rubata e depredata")
Sabbia e conchiglie intercettate dai controllori in aeroporto (foto gruppo Facebook "Sardegna rubata e depredata")
Sabbia e conchiglie intercettate dai controllori in aeroporto (foto gruppo Facebook "Sardegna rubata e depredata")

Proprio sulla pagina social è stato fatto un primo bilancio della stagione: “Collezione luglio 2023. Il solito vizietto che non passerà mai moda. E anche quest'autunno dovremo fare il giro di tutte le spiagge per rimettere ogni cosa al proprio posto» scrivono. Come ogni anno l’associazione ha avviato una campagna d’informazione per ricordare a turisti e residenti che è vietato per legge portare via dagli arenili sabbia, conchiglie, ciottoli, purtroppo considerati ancora da tante persone “ricordi delle vacanze in Sardegna”. Le spiagge più depredate anche in queste ultime settimane sono state Is Arutas e la costa di Baunei.

La sabbia di Is Arutas resta una delle più ambite dai turisti (foto V. Pinna)
La sabbia di Is Arutas resta una delle più ambite dai turisti (foto V. Pinna)
La sabbia di Is Arutas resta una delle più ambite dai turisti (foto V. Pinna)

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