Il bilancio tra pensionamenti e nuovi ingressi è a saldo fortemente negativo: dal 2026 al 2030 si ritireranno migliaia di operatori sanitari, senza misure strutturali e lo sblocco dell’imbuto formativo, il sistema rischia il collasso, e i cittadini avranno sempre maggiori difficoltà a curarsi.

Lo certifica uno studio del servizio Stato sociale, Politiche fiscali e previdenziali, Immigrazione della Uil, diretto dal segretario confederale Santo Biondo.

Utilizzando i dati forniti dal ministero della Salute e dal Miur, i risultati sono decisamente preoccupanti. Per quanto riguarda in particolare gli infermieri, quelli attualmente impiegati in Italia sono 268.013, con un’età media di 46,9 anni. Tra il 2026 e il 2030 ne andranno in pensione 66.670, ovvero 13.334 l’anno. Parallelamente, nello stesso quinquennio, saremo in grado di formarne, e quindi di assumerne, solo circa 3.000 all’anno, con un rapporto tra percorsi universitari conclusi e infermieri che cessano l’attività annuale di -10.334 professionisti – riporta l’analisi del sindacato.

In Sardegna, su 8.190 professionisti in servizio, si calcola che se ne ritireranno 2.037, ma è possibile invertire la rotta. «Nei prossimi anni, il nostro sistema sanitario si troverà di fronte a una sfida cruciale: il progressivo pensionamento di un numero significativo di infermieri senza un adeguato ricambio generazionale. Tuttavia la nostra regione si distingue per una tendenza positiva: il numero di domande per l’accesso ai corsi di laurea in Infermieristica supera i posti messi a bando. Un segnale importante che dimostra l’interesse per questa professione, ma che richiede un impegno concreto affinché l’offerta formativa sia adeguata alla crescente domanda e alle reali necessità del sistema sanitario», avvertono i presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche di Cagliari Francesca Cottogno, di Oristano Raffaele Secci e di Sassari Gianluca Chelo.

Secondo l’ultimo rapporto Gimbe in Sardegna sono presenti 5,25 infermieri dipendenti ogni mille abitanti (media Italia 5,13). L'Isola è tredicesima fra le Regioni, subito dietro il Veneto, le Marche, la Valle d'Aosta e il Piemonte, tutte sotto la soglia di 6 ogni mille abitanti.

«Per garantire un numero adeguato di professionisti per il futuro, è fondamentale potenziare i percorsi universitari esistenti, favorire la gemmazione di nuovi corsi di laurea in altre sedi del territorio e introdurre incentivi concreti per sostenere gli studenti nella loro formazione», proseguono i presidenti degli Ordini della Sardegna. «In questo senso, si potrebbe pensare di mettere a disposizione borse di studio dedicate agli studenti di Infermieristica, affinché nessun giovane motivato sia costretto a rinunciare agli studi per difficoltà economiche. Un sostegno mirato, unito a agevolazioni per i tirocini e politiche di supporto agli studenti lavoratori, può incentivare la scelta e la frequenza del percorso universitario infermieristico, riducendo il rischio di abbandono e facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro. Come Ordini delle Professioni Infermieristiche, ci impegniamo a promuovere la professione tra le nuove generazioni, attraverso iniziative di orientamento nelle scuole e nelle università, affinché sempre più ragazzi scelgano consapevolmente di diventare gli infermieri del domani. Riteniamo di poter svolgere insieme a Università e Regione un importante funzione di partnership affinché si possano raggiungere obiettivi che possano realizzarsi nel breve e medio termine attraverso un organizzazione di percorsi di orientamento e nel sostegno alla formazione dei futuri infermieri».

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