C’è anche la foto del miliziano colpito a morte, l’immagine che gli ha regalato fama e gloria. Uno scatto fondamentale nella storia del fotogiornalismo moderno. Uno dei tanti firmati da Robert Capa, il reporter ungherese nato nel 1913 a Budapest e morto nel 1954 in Vietnam dopo aver calpestato una mina antiuomo. Le sue immagini sono esposte fino al 6 ottobre a Cagliari nel Palazzo di Città. Nella mostra curata da Marco Muniz c’è anche la fotografia scattata a Cerro Muriano in Spagna durante le guerra civile, un’immagine iconica realizzata nel 1936, che ha alimentato nel corso degli anni polemiche e discussioni sull’autenticità dello scatto.

Storia di una fotografia

Lo scatto del miliziano qualche settimana fa è stato raccontato nel podcast “La fotografia da ascoltare”. Gli autori hanno analizzato l’immagine sotto diversi aspetti. In primo luogo i dati tecnici e la descrizione. «Una fotografia in bianco e nero in formato orizzontale. Riprende nella parte sinistra del fotogramma un soldato seguendo la regola dei terzi e cioè posizionandolo perfettamente in corrispondenza di una delle due ipotetiche linee verticali che dividono l’immagine in sezioni e precisamente quella di sinistra: il soggetto sta cadendo a terra perché è colpito da un proiettile mortale alla testa. Ha le ginocchia piegate, il braccio che tiene il fucile, il destro, è teso all’indietro, la testa sta cedendo. Ha gli occhi chiusi. Nell’inquadratura dal basso verso l’alto il soldato è ripreso a figura intera. La luce proviene da destra, illumina il soggetto perfettamente e disegna un’ombra netta sul terreno erboso leggermente in pendenza». La foto venne pubblicata lo stesso anno sulla rivista “Vu” e in seguito anche su “Time”. È considerata l’immagine di guerra più celebre nella storia del fotogiornalismo. Capa era in Spagna insieme alla compagna Gerda Taro, anch’essa fotografa. Fu proprio lei a procurare il contratto per realizzare il reportage durante la guerra civile. Il reporter ungherese raccontò di aver inviato le pellicole senza averle sviluppate. Solo in seguito si rese conto della forza di quell’immagine. Diventò uno dei fotografi più conosciuti nel mondo e qualche tempo dopo insieme ad altri grandi reporter come Henri Cartier Bresson e David Seymour fondò la Magnum Photos. La chiamarono così perché quando decisero di far nascere l’agenzia erano in un bar e stavano bevendo champagne. Magnum, appunto.

Dibattiti e polemiche

Negli anni Settanta studi e ricerche hanno sollevato dubbi e perplessità sulla foto. Nel giorno indicato da Capa a Cerro Muriano non ci fu alcuna battaglia. Nel 1947 lo stesso reporter cercò di chiarire la vicenda, come riporta un documento pubblicato sul sito di Sky Arte: «Raccontò che i miliziani antifascisti con cui viaggiava si imbatterono in una mitragliatrice del nemico e uscirono in campo aperto per andare alla sua conquista. Durante questa operazione, Capa sollevò la macchina fotografica al di sopra della sua testa, restando riparato all’interno della trincea, e casualmente riuscì a scattare questa tragica immagine». Una tesi che non ha convinto il grande reporter turco Ara Güler, secondo il quale quell’immagine non è stata scattata da Capa, ma da una donna che era con lui. Tutti gli indizi portano alla sua compagna Gerda Taro. Sarà vero? Sarà falso? I dubbi non sono stati fugati, ma resta comunque una certezza: si tratta di una grande fotografia. Non certo l’unica nella produzione di Robert Capa, considerato ancora oggi un punto di riferimento per generazioni di reporter e fotogiornalisti.

La mostra di Cagliari

Le sale del Palazzo di Città ospitano la retrospettiva dedicata a grande reporter. «Sono presenti – si legge in un testo di presentazione curato dagli organizzatori - tutte le principali esperienze che caratterizzano il lavoro del fotografo ungherese, naturalizzato statunitense: gli anni parigini, la guerra civile spagnola, l’esperienza bellica fra Cina e Giappone, la seconda guerra mondiale con la liberazione dell’Italia fino a Montecassino, lo sbarco in Normandia (di cui quest’anno si ricorda l’ottantesimo anniversario), l’avanzata alleata fino a Berlino, la Russia del secondo dopoguerra, la nascita dello stato di Israele e, infine, il conflitto in Indocina, dove Capa morirà prematuramente nel 1954, per il desiderio di scattare a pochi metri dai campi di battaglia, fin dentro il cuore dei conflitti». La mostra si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 18. Per informazioni e prenotazione telefonare al numero 070 6776482 email: infoeprenotazioni@museicivicicagliari.it.

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