Il “Massimo”, scrigno d’arte e bellezza
Lo sfarzo del teatro palermitano: è il più grande in Italia e il terzo in Europa, dopo l’Opera di Parigi e lo Staatsoper di ViennaIl teatro Massimo a Palermo (so. pi.)
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Uno scrigno di arte e bellezza e un simbolo di sfarzo e grandezza. Il teatro Massimo di Palermo è un gioiello prezioso che ricorda i fasti di un tempo e segna la storia dell’Italia intera. Con i suoi oltre 7 mila metri quadrati, è il teatro più grande a livello nazionale e il terzo in Europa, dopo l’Opera di Parigi e lo Staatsoper di Vienna.
Il progetto. Il progetto prevedeva la realizzazione di un’opera maestosa: lo stile di ispirazione classica, l’imponente scalinata con i due grandi gruppi di leoni di bronzo all’esterno, le sei colonne corinzie e l’inconfondibile cupola che si staglia sulla città lo rendono una tappa imperdibile del tour per appassionati e curiosi. Sorge su un terreno dove prima c’erano tre chiese e altrettanti monasteri. Proprio a uno di questi edifici, è legato un mistero che arricchisce di fascino la struttura. Si dice che il fantasma di una monaca si aggiri per i corridoi e che si diverta a far inciampare gli ospiti su un particolare gradino delle scale che portano ai palchi. L’aneddoto fa sorridere sia le guide che suggeriscono attenzione sia il pubblico che riceve l’avvertimento, ma, pur con disinvoltura, tutti fanno più attenzione del solito a dove mettono i piedi. Il teatro è intitolato a Vittorio Emanuele, che però lo disdegnò sempre, considerandolo troppo grande e sfarzoso per una città che riteneva periferica rispetto alla capitale del regno. In particolare evitò di andare nel palco reale, allestito apposta per il sovrano.
Il Salone del Sovrano. Posto al centro del secondo ordine di palchi, è dotato di 27 posti e di un foyer privato detto Salone del Sovrano. È interamente rivestito di mogano e arredato con divani e poltrone di broccato rosso. Al centro un lampadario di Murano e alle pareti, nove specchi. Sulle porte d’ingresso e sul capitello è presente lo stemma sabaudo. È il punto migliore per godere lo spettacolo: i prezzi dei biglietti sono proibitivi e i posti sempre richiestissimi. Altro fiore all’occhiello è la sala pompeiana, di forma circolare, decorata da soffitti affrescati e progettata seguendo un ordine di 7 e dei suoi multipli. Il dettaglio particolare è l’effetto di eco che si produce e aumenta man mano che ci si avvicina al centro della stanza.
L’opera. I lavori per la costruzione del teatro furono iniziati nel 1875 dall’architetto Giovanni Battista Filippo Basile, sostituito poi dal figlio Ernesto. L’apertura ufficiale avvenne il 16 maggio 1897 con il Falstaff di Verdi. Nel 1997 fu riaperto dopo un lungo periodo di abbandono e di restauro prolungato. Da quando ha riaperto le sue porte, regala ogni giorno emozioni intense che derivano da un ricco cartellone di opere, balletti, concerti e sperimentazioni di vario genere che allietano le serate del folto pubblico. Di mattina invece diventa attrazione turistica per chi vuole godere di un simbolo della città e anche per le visite guidate organizzate per le scuole.