Succede da venticinque anni. Le grida in piazza Funtana ecia, l’entusiasmo dei giocatori, il sapore delle sfide autentiche, vere. Nella magia delle cinque dita. Il campionato sardo de sa murra, gioco antichissimo di cui si trova traccia già in un bassorilievo spuntato nell’antico Egitto, momento ludico per greci e latini, ha celebrato di recente il giubileo nella sua capitale sarda: Urzulei. (vincitrice dell’ultimo torneo la coppia di Jerzu formata da Leonardo Dionis e Roberto Corona.

Organizza fin dagli albori Su Sòciu po su jocu de sa murra, un’associazione culturale che dal 1998 s’impegna a favore della morra e più in generale della cultura e dell’identità sarda, a Urzulei e in tutta l’Isola. «La morra – spiega Fabrizio Vella, storico presidente del sodalizio – in Sardegna è un gioco ben radicato e, come altre manifestazioni, esprime l’anima, lo spirito del Popolo sardo. Presenta una sua teatralità e una cinesica ben specifica (postura del corpo, atteggiamenti, espressioni del viso); si caratterizza, inoltre, per una spiccata musicalità rispetto alle varianti presenti nel Mediterraneo. La morra sarda ha un ritmo che non va interrotto e, se è vero che alcuni giocatori rallentano o velocizzano per mettere in difficoltà l’avversario, non possono comunque fermare il gioco. Zoga! o Gioga! È ciò che si esclama all’avversario che si ferma. Come le ardie a cavallo e s’istrumpa (lotta tradizionale sarda), sa murra può essere definito gioco del popolo sardo; un gioco diffuso in tutta l’Isola e radicato in modo particolare nelle aree rurali e a vocazione pastorale». Utile una spiegazione a beneficio dei profani. Funziona così: si gioca in coppia, i giocatori a turno di due alla volta (uno contro uno) stendono un braccio e mostrano le dita della mano scandendo a voce alta un numero con l’obiettivo di indovinare il risultato della somma delle dita di entrambi, da due a dieci.

Si gioca in piazza a Urzulei (foto Sociu po su jocu de sa murra)
Si gioca in piazza a Urzulei (foto Sociu po su jocu de sa murra)
Si gioca in piazza a Urzulei (foto Sociu po su jocu de sa murra)

Fin dalla sua nascita l’associazione costituita a Urzulei ha voluto aprire i propri orizzonti e costruito ponti con realtà di tutta l’Isola e perfino internazionali. Ma su Campionau sardu de sa murra resta la vostra base di partenza. Un appuntamento che vi rende particolarmente orgogliosi.

«Premetto che grazie ai requisiti organizzativi, pensati in linea con le norme sulla sicurezza e l’ordine pubblico, si può affermare che dopo l’inserimento della morra nella “tabella dei giochi proibiti” del Testo unico di pubblica sicurezza (emanato durante il fascismo nel 1931), la manifestazione di Urzulei è stata il primo torneo ufficiale e di un certo risalto mediatico all’interno dello stato italiano. Attualmente, per iniziativa di alcuni parlamentari friulani, si vuole fare uscire la morra da questa tabella, ormai obsoleta, dei giochi proibiti. Tornando alla domanda, il Campionato sardo di Urzulei è oggi l’incontro più prestigioso di murra in Sardegna, quello che oltre ad avere la primogenitura e un certo impegno organizzativo, non pone montepremi in danaro e attira i più genuini murradores sardi».

Poi è arrivata la ribalta internazionale.

«Dal 2003, l’Associazione ha ideato e organizzato s'Atòbiu de sos murradores de su Mediterràneu (ossia: l’Incontro tra i giocatori di morra del Mediterraneo), la prima competizione internazionale di morra. Negli anni, grazie anche all’apporto di idee e alla capacità organizzativa soprattutto dei catalani della Ràpita, degli aragonesi di Teruel, dei corsi e dei francesi di Ilonse e dei Quattro Cantoni, l’evento è riuscito a prendere piede e a crescere. Dal 2014 s'Atòbiu de sos murradores de su Mediterràneu ha cambiato la dicitura in Morramundo, forma più breve e facile da capire, ideata e utilizzata per la prima volta a Ilonse dagli amici della Contea di Nizza. Passione e Impegno condiviso tra più popoli hanno dato vit a un coordinamento internazionale costituito da una ventina di rappresentative che ogni anno organizzano in un luogo diverso Morramundo. Oggi l’appuntamento non è solo morra, ma anche musica, poesia, cibo, paesaggio. Esso è un incontro tra popoli, tra culture diverse ma unite dalla “mediterraneità”. Rappresenta anche una forma di resistenza all’omologazione da parte di piccole realtà rurali, è la sopravvivenza di un passato antichissimo che cerca di stare al passo con i tempi, divertendosi, reinventandosi. Dal 20 al 22 settembre una delegazione sarda composta da giocatori e accompagnatori sarà presente al torneo che si disputerà proprio a La Ràpita, il Catalogna, alla foce dell’Ebro. Un posto bellissimo».

Il gruppo che partecipò a Murramundo nel 2018  (foto Sociu po su jocu de sa murra)
Il gruppo che partecipò a Murramundo nel 2018  (foto Sociu po su jocu de sa murra)
Il gruppo che partecipò a Murramundo nel 2018 (foto Sociu po su jocu de sa murra)

Il gioco è diventato anche oggetto di studio, ricerca e approfondimento.

«Recentemente, nel 2021, l’Associazione Sociu po su jocu de sa murra ha firmato un importante protocollo d’intesa con: Dipartimento di pedagogia, psicologia, filosofia dell’Università degli studi di Cagliari; Dipartimento di scienze biomediche dell'Università degli studi di Sassari; Multisensory laboratory - Lawrence Technological University degli Stati Uniti; Società Chintula s.n.c. Urzulei (Nuoro). Tale convenzione crea una sinergia e attività comuni con finalità di ricerca inerenti le implicazioni scientifico-culturali del gioco della morra indagando aspetti cognitivi, psico-biologici, educativi e culturali».

Della morra si parla anche a scuola.

«In questi ultimi anni, diversi docenti e istituti scolastici hanno capito l’utilità e il potenziale del gioco della morra nella didattica, nello sviluppo e nell’apprendimento dei giovani. La nostra Associazione è stata spesso contattata per sostenere tali progetti e ha sempre collaborato volentieri, dato la propria disponibilità a spiegare e a raccontare il gioco ai ragazzi».

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