Dopo la partecipazione all’album e al tour “Macondo” con Paolo Fresu c’erano grandi aspettative per la prima opera solista di Pierpaolo Vacca, il talentuoso musicista di Ovodda che ha appena pubblicato “Travessu” per la Tuk Music. Il disco sarà disponibile su cd e in tutte le più importanti piattaforme digitali dal prossimo 19 gennaio.

L’artista barbaricino con questo lavoro apre nuove strade per l’organetto diatonico. Il jazzista di Berchidda l’ha voluto nel progetto “Macondo”. «È stata un’esperianza fantastica – ricorda Pierpaolo Vacca – ho avuto il grande privilegio di suonare con artisti fantastici. Fino a qualche mese fa non avrei mai immaginato di affrontare un tour straordinario . Ringrazio Paolo Fresu e Daniele Di Bonavventura».

Il disco d’esordio

Dopo il tour Pierpaolo Vacca si è concentrato su “Travessu”. «Si tratta del mio primo disco solista – afferma – un passo molto importante nella mia carriere di musicista. Ci tenevo a fare un buon lavoro. Sono molto soddisfatto per il risultato ottenuto e per tutte le collaborazioni che hanno arricchito nel tracce dell’album». Con Vacca ci sono anche Dino Rubino, Pape Ndiaye, Nanni Gaias, Dj Cris e Fabio Calzia.

«L’immagine di copertina – si legge una nota stampa - è opera dell’illustratore Lorenzo Vacca, le cui geografie partono da Ovodda, per poi approdare a Roma, in Bolivia e per una breve parentesi fino al Maghreb. Il tema privilegiato delle sue opere è ovviamente la Sardegna; un contributo artistico assolutamente originale, che propone considerazioni antiche su una realtà della quale ha una conoscenza profonda, per cui è in grado di proporre interpretazioni critiche e autocritiche del modo di essere dei suoi abitanti, con una rara capacità di guardarsi intorno, di criticarsi e proporsi ironicamente».

L’etnomusicologo

Interessante l’analisi di “Travessu” nelle parole di Fabio Calzia, etnomusicologo, insegnante, musicista, ricercatore e musicista coinvolto nell’album. «Il rapporto tra ballo, suonatore e comunità è una dialettica affascinante e complessa – spiega Calzia - è la difficile negoziazione tra un individuo che è il suonatore, un gruppo di persone che costituiscono i suoi paesani e un concetto astratto e immateriale che sarebbe il ballo. Nel caso di Ovodda i balli sono cinque e culturalmente rendono questo granitico agglomerato di case un punto di congiunzione tra cultura di montagna e di collina, del Gennargentu, delle Barbagie e del Mandrolisai. A Ovodda si danzano i balli diffusi generalmente più a nord (Ballu tundu, Dillu, Passu Torrau) insieme a quelli di area più occidentale (Ballu tzoppu, Dantza). Almeno questo è il lascito di Tziu Peppino Deiana e Peppe Cuga, che hanno sicuramente messo un’importante ipoteca sul modo di accompagnare i balli ad Ovodda.
Quali sono i balli di una comunità? Quelli che sicuramente vengono danzati notte per notte, carnevale per carnevale, quelli che tengono assieme la gente, che rendono felice il suonatore e chi li ascolta. I brani presenti su questo disco sono cinque performance legate allo stile di Tziu Peppino Deiana, ma sono qualcosa di più complicato di cinque danze comunitarie. Sono innanzitutto il lascito di un virtuoso che identificano la comunità ovoddese e al tempo stesso entrano in dialogo con villaggio vicino, Sarule, il paese di origine di Tziu Peppino.
È il racconto di un rivoluzionario metodo didattico. È la storia di un gruppo di discepoli (Pierpaolo in primis) ma anche Peppino, Pietro, Gianluca, Ivan, per citarne alcuni. Persone legate al paese di Ovodda che hanno appreso da un grande maestro il modo in cui essere liberi su uno strumento fortemente limitato. Il paradosso è questo. Sono musiche locali e comunitarie ma lanciate nel cosmo della libertà creativa, della scelta individuale, dell’essere rappresentativi di sé stessi, ma anche del genio dell’istante. È il rigore dell’uomo rispettabile che però nasconde sempre quel piccolo demonio che deve necessariamente prendere il sopravvento per un attimo. Un diavoletto che fa sì che la musica, la cultura, le persone, non muoiano nella consuetudine ma continuino ad alimentare un fuoco imprevedibile che rende tutti più folli e più liberi».

Il disco

“Travessu” contiene 13 brani. Si apre con il “ballo elettronico” Danzas seguito da Tziu Soddu. Il mantice dell’organetto di Pierpaolo Vacca regala atmosfere sonore molto raffinate. Un viaggio nel folk tra ritmo e sperimentazione. La tradizione viene riletta, scomposta e riproposta con una nuova veste. Dopo la terza traccia (Ballu Travessu) l’organetto dell’artista ovoddese esplora i balli sardi. Il Castagnari intona Dillu, Ballu tzoppu, passu Torrau, Ballu tundu e Dillu. Il tutto con uno stile personalissimo costruito in anni di ricerca e di ascolti che spaziano da Riccardo Tesi al combat rock, dal canto a tenore ai cantautori italiani.

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