Quando si sciolsero, nell’ottobre del 1972, i Creedence Clearwater Revival erano all’apice della carriera. Ma i rapporti tra il leader John Fogerty, suo fratello Tom, Stu Cook e Doug Clifford erano compromessi.

Così il gruppo, che aveva cambiato tre nomi – prima furono The Blue Velvets e The Gollywogs – lasciò la Fantasy records in difficoltà. Saul Zaentz, il proprietario della casa discografica, li accusò di non avere rispettato il contratto che – diceva – prevedeva numerosi altri dischi, soprattutto da parte di John. Fu per mettere fine al contenzioso legale che il frontman nel 1980 fu costretto a lasciare a Zaentz i diritti multimilionari di tutta la loro produzione.

Ma a distanza di mezzo secolo John Fogerty si è preso la rivincita acquistando dalla Concord, che nel frattempo aveva comprato la Fantasy, la quota di maggioranza dei suoi diritti d'autore. «Io sono il papà di quelle canzoni, le ho create», ha dichiarato annunciando l’accordo. «Non averne i diritti è stato un furto che mi ha ferito. Non è una vittoria al 100%, ma è sicuramente meglio di prima».

Così il settantottenne chitarrista, ancora in auge come solista, si è preso la rivincita. Del resto è stato lui il fondatore della band, colui che ha composto brani suonati in tutto il mondo come Proud Mary, Have you ever seen the rain, il principale artefice del loro successo.

Un’avventura iniziata nei primi anni ’60 tra i banchi di una scuola di El Cerrito, cittadina affacciata sulla baia di San Francisco. John Fogerty suonava bene la chitarra (e non solo) e aveva già una voce potente e graffiante, Stu Cook ci sapeva fare con il pianoforte e Doug Clifford pestava con perizia sulla batteria. Iniziarono a suonare cover blues e si diedero il nome di The Blue Velvets. Il trio funzionava e iniziò a esibirsi in molti palchi della città e dei dintorni. Tom, fratello di John, più grande di quattro anni, lo faceva già da qualche anno con un buon successo quando si unì a loro. Il gruppo pubblicò alcuni brani ma non ottennero i risultati sperati.

Ciononostante la Fantasy record credette in loro purché modificassero il loro sound e cambiassero nome. Nacquero i Gollywogs e John ne diventò la guida, l’ispiratore nonché il compositore di gran parte dei pezzi oltreché frontman. Fu grazie alle sue scelte, in molti casi imposte al fratello maggiore, che il gruppo iniziò la scalata al successo. Era il 1967 quando assunsero il loro nome definitivo: Creedence Clearwater Revival. Un nome che rivela la decisione di unire brani originali, più rockeggianti rispetto allo stile dei Gollywogs, a cover di canzoni di altri musicisti.

Già nel primo album dei Creedence, accanto a tracce firmate da John ci sono classici degli anni ‘40 e ‘50, tra cui le cover di “I Put a Spell on You” di Jalacy Hawkins e “Suzie Q”, di Dale Hawkins, oltre a “Ninety-nine and a Half (Won't Do)” di Wilson Pickett. Il disco vende 500mila copie e indica che la strada intrapresa è quella giusta. Ma è quando nelle loro sonorità irrompe il country che la metamorfosi si completa, producendo quel sound inconfondibile che sarà il loro marchio di fabbrica e garantirà i successi degli anni successivi.

Il pezzo-simbolo di quella svolta è “Born on the bayou”, non il più famoso, anzi, ma non a caso quello con cui dalla fine degli anni ’60 in poi aprirono tutti i loro concerti. La loro fama aveva ampiamente superato i confini californiani ed avevano iniziato a girare per festival e a dividere il palco con gente come Jimy Handrix, Joe Cocker, Jethro Tull, Ike e Tina Turner e i Poco, allora tra i gruppi più in voga della west coast.

Produssero tre album in un anno, ciascuno dei quali capace di lasciare il segno con almeno uno o due brani, avviarono una tournée europea, continuarono ad esibirsi ovunque anche negli states e a vendere tanti dischi, tanto da meritarsi dischi d’oro e premi vari. E iniziarono ad essere a loro volta coverizzati.

Il gruppo non smise mai di evolversi ma alla fine del ’70, all’apice del successo planetario, le incomprensioni interne raggiunsero l’apice. L’ultimo disco, Mardi gras, non a caso fu un flop.

Il 16 ottobre del ’72 fu comunicato ufficialmente lo scioglimento della band. Tom provò a lucrare sul nome fondando i Creedence Clearwater Revived, Doug e Stu Cook tentarono un’operazione simile con i Creedence Clearwater Revisited. Nessuno degli spin-off ebbe successo. Al contrario Fogerty, la vera anima della band, avviò la sua proficua carriera solista. Ancora oggi si esibisce in mezzo mondo ed è attivissimo su Instagram.

© Riproduzione riservata