Il suo è uno dei ruoli istituzionali più importanti in Sardegna. Francesco Feliziani, 59 anni, di Roma, è il direttore dell’ufficio scolastico regionale, di fatto un manager statale che gestisce l’istruzione in Sardegna. Dalla sua scrivania passano le decisioni che riguardano scuole, docenti, personale Ata, parte fondamentale del futuro dell’Isola. Con lo stesso impegno è anche dirigente nazionale di uno sport minore in Italia ma che in altre parti del mondo come Cina, Indonesia e Corea è una disciplina trainante: il badminton.

Circa tremila tesserati in Italia, 150 società affiliate, la Sardegna ha un ruolo importante in questa disciplina malgrado il sole e il bel tempo poco invoglino gli appassionati a praticare uno sport che si svolge essenzialmente al coperto tutto l’anno.

Due giovani in campo nel palasport del MaraBadminton (foto dal profilo Facebook del MaraBadminton)
Due giovani in campo nel palasport del MaraBadminton (foto dal profilo Facebook del MaraBadminton)
Due giovani in campo nel palasport del MaraBadminton (foto dal profilo Facebook del MaraBadminton)

Merito dell’ingegno (e dei sacrifici) di un gruppo di appassionati, guidato proprio da Francesco Feliziani, che alle porte di Cagliari, a Maracalagonis, ha recuperato un palasport dove pioveva dentro e l’ha trasformato in un centro modello per chi pratica questo sport. Dove chiunque può iniziare a praticare questo sport gratuitamente, basta soltanto iscriversi alla Federazione ed essere in possesso di un certificato medico valido. E magari può essere anche l’occasione per fermarsi ad ammirare i campioni in occasione delle gare ufficiali dove il Mar badminton è assoluto protagonista in campo nazionale (tre secondi posti in Serie A di seguito, tre finali scudetto perse negli ultimi anni) e internazionale: i maresi hanno vinto la Champions league nel 2023.
Dottor Feliziani, come è iniziata la passione per questo sport?
«Ho cominciato quasi per caso durante una vacanza, vent’anni fa. Non conoscevo il badminton, giochicchiavo un po’ a tennis con qualche amico, diciamo che è stato un colpo di fulmine, questo sport mi ha conquistato».
Perché?
«Sarebbe più facile se dicessi: venite a provare il badminton e capirete. Scherzi a parte, è uno sport di situazione, molto divertente,vario,sul campo non ci si annoia certo e consente di restare in forma a qualsiasi età. Ci sono aspetti tecnici, tattici e strategici che lo rendono estremamente piacevole da praticare. Occorre capire come sfruttare i propri punti di forza e individuare le debolezze per l’avversario. Ci sono mille varianti, è davvero avvincente».
Per tanti è un surrogato del tennis, uno dei tanti, e neppure facile come il padel.
«È un modo un po’ superficiale di vedere l badminton perché le differenze con il tennis sono tantissime. La racchetta è più piccola, il campo ugualmente, la rete è più alta, non ci sono le palline ma si colpisce il volano per mandarlo dall’altra parte della rete ed è davvero un bersaglio particolare».

Un volano (foto dal profilo Facebook del MaraBadminton)
Un volano (foto dal profilo Facebook del MaraBadminton)
Un volano (foto dal profilo Facebook del MaraBadminton)

In che senso?
«È realizzato con le piume dell’ala sinistra delle oche (sì, solo quelle dell’ala sinistra che hanno una speciale curvatura), più una semisfera. Si può colpire in tanti modi e prende moltissimi effetti, esistono una trentina di modi diversi di impugnare la racchetta da badminton proprio in funzione dei colpi e della strategia da attuare, e per questo motivo è uno sport estremamente tecnico, in continua evoluzione e nel quale non si smette mai di imparare, dai campioni ai neofiti».
In Sardegna?
«Abbiamo realizzato un importante programma che coinvolge tante scuole un po’ in tutta l’Isola e non per il fatto che io sia il direttore dell’istituto scolastico, ma perché è uno sport che si adatta alle palestre ed è molto educativo e divertente per i ragazzi».
I costi sono elevati?
«Una racchetta costa circa 50 euro, un tubo di volani 25 euro proprio per la difficoltà nella produzione e in attesa che magari in futuro si passi al materiale sintetico abbandonando le piume d’oca».
I campioni regionali?
«Rita Pusceddu nel singolare femminile, che ha 17 anni ed è tra le prime 40 giocatrici d’Italia in singolo e tra le prime 100 in doppio in base alle ultime graduatorie. E poi l’algherese Ivan Sotgiu, che ha 30 anni ed è un po’ sceso in classifica per motivi di studio e lavoro, visto che ha ottenuto la laurea in Scienze motorie e ha dovuto rallentare la sua partecipazioni a campionati e tornei e comunque in passato è stato tra i primi 50 giocatori d’Italia».
I padroni del mondo sono gli asiatici.
«Malesia, Singapore, Cina, Corea sono le nazioni leader, ma anche in Europa il badminton sta crescendo, soprattutto in Danimarca e nei paesi scandinavi in generale, ma anche in Germania, Francia, nei paesi dell'est Europa. Ma, ad esempio, la giocatrice più vincente di sempre, un oro olimpico e tre titoli mondiali è la spagnola Carolina Marin, a dimostrazione di una diffusione capillare del badminton in tutto il mondo. Anche se si gioca soprattutto nei paesi freddi e negli impianti indoor».
La Sardegna in questo caso è svantaggiata.
«Paradossalmente sì: il badminton deve superare la concorrenza del mare e del sole dalle nostre parti. In realtà in un contesto come il palasport di Maracalagonis arrivano giocatori da tutta l’Italia e da tutta l’Europa proprio per il fatto di potersi allenare e di poter praticare questo sport ad alto livello in uno splendido impianto a venti minuti da spiagge incantevoli».

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