Ha vinto il derby catalano in casa del Barcellona con una prova di forza capace di annichilire i cinquantamila dell’Olimpico, si è messo alle spalle i Galacticos del Real Madrid di Ancelotti, guarda dall’alto anche l’Atletico Madrid dell’eterno Simeone. È un po’ come se in Italia a guidare la classifica ci fossero il Monza o il Sassuolo, con Inter, Juventus e Milan costrette a inseguire. La favola Girona, che nei tempi recenti ricorda quella del Leicester di Ranieri e assomiglia un po’ anche alla storia del Cagliari di Riva, sta sorprendendo ogni giorno di più gli addetti ai lavori del calcio spagnolo. Appena quattro apparizioni nella Liga, la massima serie iberica, la squadra biancorossa vanta un curriculum da provinciale di seconda fascia, una storia vissuta prevalentemente in terza divisione. Ora sta facendo impazzire i tifosi della città adagiata sotto i Pirenei, nota soprattutto per essere la porta della Costa Brava mare e divertimento di Lloret de Mar e Platja de Aro.

Miracolo sotto i Pirenei

Uno stadio in miniatura, il Montilivi - neanche 12mila posti - che però si è trasformato in un fortino insuperabile in questi primi quattro mesi di campionato. La squadra è guidata da Miguel Ángel Sánchez Muñoz, “Michel”, ex centrocampista che ha giocato prevalentemente nel Rayo Vallecano. Quarantotto anni, è quasi un carneade della panchina. Proprio con la terza squadra di Madrid si è fatto le ossa, prima di un rapido passaggio all’Huesca (esonerato nel gennaio del 2021 da ultimo in classifica in seconda divisione). Nell’estate successiva ha preso le redini del Girona, sempre in Segunda division, trascinandolo nel 2022 verso un’incredibile promozione ai playoff, partendo dal sesto posto (tipo il Cagliari della primavera scorsa). Subito una stagione di assestamento nel campionato delle grandi con una rassicurante decima posizione, sino all’exploit di queste settimane e al miracoloso primo posto in classifica: «Abbiamo solo raggiunto la quota salvezza», continua a ripetere senza più troppa convinzione Míchel.

Primo posto a sorpresa

Il Girona può contare sull’esperienza del capitano Cristian Stuani, 37 anni, un passato alla Reggina. L’attaccante italo-uruguaiano ha segnato quasi 120 gol con la maglia del Girona, diventando il simbolo-chioccia dei ragazzi terribili che stanno facendo tremare la Liga. Accanto a lui stanno facendo cose impensabili gli ucraini Dovbyk (otto gol all’attivo in campionato), e Tsyganchov. E poi il giovane difensore madrileno Miguel Gutiérrez, l’esperto nazionale olandese Blind, sino al portiere argentino Paulo Cazzaniga. Citazione a parte per Aleix García, anima catalana della squadra, con un passato in tutte le nazionali di categoria: sembrava aver tradito le aspettative degli osservatori ma a ventisei anni è arrivato alla corte di De la Fuente nelle Furie Rosse che a giugno affronteranno l’Italia agli Europei.

La mano del City Group

Nella narrazione della favola Girona non può passare in secondo piano il recente ingresso nella società del City Group, la multinazionale miliardaria del calcio guidata dallo sceicco degli Emirati arabi Mansour bin Zayed, proprietario del super Manchester City di Guardiola e di squadre in mezzo mondo: tra queste c’è anche il Palermo, che guarda con curiosità alla storia del Girona e sogna quanto meno di tornare il prima possibile in Serie A. Gli aspetti finanziari non interessano più di tanto ai tifosi della terra catalana incastrata tra mare e montagna. La città dei quattro fiumi con una lunga tradizione araba, che vanta anche El Celler de Can Roca, uno dei ristoranti più famosi del mondo con tre stelle Michelin, accarezza i suoi sogni calcistici. I tifosi del Girona sanno bene che questi giorni magici potrebbero essere a tempo, ma è il momento di viverli: per ora le grandi del calcio iberico e mondiale guardano da sotto il gioiellino biancorosso che si è preso il trono di Spagna.

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