Ci sono sepolti sovrani e “giusti” ma di monumentale tra cielo e mare sull’isola di Tavolara c’è solo la bellezza dell’isola. Nel regno più piccolo del mondo c’è quello che forse è anche il cimitero più piccolo. Camposanto minimo, rude come lo spirito dell'isola, spoglio di marmi e fregi e vestito dell'infinita bellezza del mare, della vetta di punta Cannone sullo sfondo e del profumo di elicriso portato dal vento. Riservato ai Bertoleoni, la famiglia reale dell’isola, a Girolamo Sotgiu e la moglie Bianca Ripepi, insigniti del titolo di giusti tra le nazioni per aver salvato famiglie ebree dalle persecuzioni naziste e ad alcuni esponenti della famiglia Chinelli, discendenti dello storico fanalista di Punta Timone (famosa una sua foto degli anni Cinquanta con una foca monaca). L’ultima sepoltura, poche settimane fa, di Michele Chinelli, fino a pochi anni fa al timone delle barche che portano i turisti sull’isola.

I reali

Il cimitero, tra i beni tutelati dalla Sovrintendenza ai Beni culturali, è stato costruito per volere di Paolo Bertoleoni nell’Ottocento con una muratura di granito. All’ingresso un cancello e una croce di ginepro. La tomba più imponente, sormontata da una corona, è la sua con la lapide “Polo I Bertoleoni, re di Tavolara 1812-1886”. Un titolo che discende dal padre Giuseppe, pastore di origine corso-genovese, approdato nell’isola dall’arcipelago maddalenino e – secondo una storia che si è tramandata fino ad oggi - insignito da Carlo Alberto di Savoia, giunto a Tavolara per una battuta di caccia, del titolo reale. Titolo di cui resta traccia nel racconto orale, in una foto della famiglia reale del regno più piccolo del mondo in una sala di Buckingam Palace e nello stemma di famiglia. Nella tomba reale è sepolta anche la moglie di Polo Pasqua Favale e nelle altre tombe parte dei discendenti.

Giusti tra le nazioni

La figlia di Gerolamo Sotgiu e Bianca Ripepi in occasione di un omaggio alla tomba dei genitori
La figlia di Gerolamo Sotgiu e Bianca Ripepi in occasione di un omaggio alla tomba dei genitori
La figlia di Gerolamo Sotgiu e Bianca Ripepi in occasione di un omaggio alla tomba dei genitori

Ma nel piccolo cimitero hanno un posto anche lo storico Girolamo Sotgiu e la moglie Bianca Ripepi. “Alla ricerca storica e alla poesia, alla libertà, al progresso della sua terra, alla solidarietà umana e sociale ha donato la mente e il cuore”. L'epigrafe sotto la foto della coppia, è stata scritta da Rosario Villari, collega storico, amico e compagno di interminabili discussioni nella loro casa sull’isola. È stata dedicata a lui, scomparso nel 1996 ma si estende anche a lei - compagna di vita e di ideali - che l'ha raggiunto nove anni dopo. La memoria di due antifascisti - per questo perseguitati - ma anche di due “giusti”. Girolamo Sotgiu fu storico e senatore, preside della Facoltà di Scienze politiche, sua moglie Bianca insegnante, scrittrice, attivista politica e fondatrice dell'Unione Donne Italiane. I loro nomi sono incisi sul muro del Giardino dei giusti del museo di Yad Vashem a Gerusalemme. Giusti tra le nazioni per aver aiutato e protetto molti ebrei a Rodi rischiando in prima persona.
La storia è raccontata nel libro “Da Rodi a Tavolara” pubblicato da Bianca Ripepi Sotgiu, con l'isola greca - dove la coppia si era conosciuta - a fare da sfondo all'orrore della guerra e delle persecuzioni dei nazisti e il buen retiro sardo dove i Sotgiu (famiglia di origine olbiese che ha espresso un sindaco della città) hanno da tempo immemorabile una casa. Nel libro, alcuni anni fa, Lina Kantor, una signora che vive in Sud Africa, ha ritrovato la sua vita. Quando era bambina, i suoi genitori furono deportati dai tedeschi e lei fu adottata dai Sotgiu che, falsificando i documenti, riuscirono a farla passare per la loro figlia. Lina ritrovò poi i suoi genitori e la vita la portò altrove, troppo piccola per ricordare. Ma dopo aver letto il libro si è rivolta all'istituto Yad Vaschem ed è così che il nome di Girolamo e Bianca Sotgiu sono finiti sul muro del Giardino dei giusti.

Nel camposanto di Tavolara – a poca distanza dalla spiaggia - passano in estate tanti turisti incuriositi dalla tomba dei re e della bellezza del luogo. Ignari forse che anche nella piccola isola disabitata e selvaggia, oltre alla brezza marina, si può sentire il respiro della storia.

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