La tecnologia ha colpito ancora. E lo ha fatto per una giusta causa. La realtà virtuale computerizzata è stata infatti di nuovo impiegata per riscoprire e riproporre al grande pubblico i segreti nascosti del passato. Questa volta è toccato alla più antica farmacia d’Europa, quella di Santa Maria della Scala a Roma, battezzata da secoli come la “farmacia dei Papi”, finora visitabile solo da ristretti gruppi di visitatori e a breve a disposizione del mondo intero che ne potrà ammirare le meraviglie ricostruite digitalmente fin nei minimi particolari.

Un team internazionale di ricercatori provenienti da Italia, Spagna e Portogallo, coordinati dall’Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, è riuscito a ricostruire in 3D l’antica spezieria risalente al XVI secolo, scrigno quasi intatto di ricette antichissime, sostanze e ingredienti provenienti da ogni angolo del globo e strumenti utilizzati all’epoca per preparare pozioni e rimedi che servivano a curare i Pontefici.

Gioiello unico

La storica farmacia mezzo millennio fa è stata l’epicentro delle più moderne conoscenze in campo medico sotto l’ordine spagnolo dei Frati Carmelitani Scalzi. I ricercatori di Enea, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, del Laboratorio Hercules dell’Università di Évora (Portogallo) e dell’EASD - Escola d´Art i Superior de Disseny di Valencia e Università di Valencia (Spagna) per lunghi mesi hanno impiegato le più moderne tecnologie laser per ricostruire gli ambienti. Ma non solo: hanno anche effettuato analisi fisiche, chimiche e storiche per catalogare i farmaci, capirne lo stato di conservazione e programmare infine gli interventi di recupero.

“Santa Maria della Scala rappresenta un immenso patrimonio per la conoscenza del farmaco nel Mediterraneo e anche per questo motivo i risultati del progetto sono di importanza fondamentale per i progressi delle conoscenze nel campo delle scienze farmaceutiche”, ha voluto sottolineare Maria Luisa Vazquez de Ágredos dell’Università di Valencia. “Grazie a Roma Hispana riusciamo a caratterizzare i farmaci, a studiarne e comprenderne l’evoluzione nel tempo ma anche a consentire la fruizione da remoto di questo gioiello barocco, valorizzando l’opera, promuovendo la conoscenza e arricchendo la documentazione digitale del museo”.

Opportunità

Insomma, per merito della tecnologia del futuro perfezionata dagli scienziati italiani si è riusciti a valorizzare le meraviglie del passato rispettando i luoghi da un’eccessiva pressione antropica. “Grazie alle tecnologie che abbiamo sviluppato in Enea siamo in grado di mettere a disposizione strumentazione laser, sistemi per fotogrammetria e di monitoraggio per effettuare rilievi non distruttivi e non invasivi al fine di caratterizzare le superfici e acquisire modelli 3D nella sala delle vendite e nell'annesso salone di archivio dove venivano conservati erbari, ricette e altra documentazione“, evidenzia Roberta Fantoni, responsabile divisione Enea di Tecnologie fisiche per la sicurezza e la salute. “Il modello completo avrà anche l’obiettivo di determinare lo stato di conservazione del bene e pianificare eventuali interventi di recupero”.

Tra i gioielli tecnologici progettati dall’equipe dell’Enea spicca un prototipo di laser in grado di operare fino a 33 metri di distanza con una risoluzione submillimetrica. Ecco perché ci sono volute circa 150 ore per acquisire i dati e le immagini dell’intera volta e la parte superiore di tutta la sala con una risoluzione dell’ordine del millimetri.

“Attraverso varie tecniche abbiamo analizzato circa 100 campioni della vetrina dei veleni della Spezieria con l’obiettivo di capire se il contenuto di queste boccette corrispondeva a quanto scritto nelle etichette e se si fossero verificate alterazioni nel corso del tempo che potessero aver portato a una minor capacità di trattamento o a un aumento della tossicità di queste sostanze”, ha aggiunto Catarina Pereira del Laboratorio Hercules. “Il nostro obiettivo è la digitalizzazione e la virtualizzazione della Spezieria con tour virtuali e tecniche di fotogrammetria e di scansione luminosa volumetrica per superare le barriere architettoniche dello spazio e consentire a tutti di fruire di questa opera sul web, in modo che chiunque possa goderne e visitarla”, ha concluso Sergio Ferrero dell’EASD.

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