Tre mieli prodotti in Sardegna hanno ottenuto le tre gocce d’oro: si tratta del massimo riconoscimento al quale si può ambire partecipando al concorso nazionale “Tre Gocce d’Oro – Grandi Mieli d’Italia” bandito ogni anno e giunto alla quarantaduesima edizione, dall’Osservatorio nazionale del miele. Quest’anno è stato registrato un record assoluto di partecipazione con ben 1.466 mieli prodotti in ogni parte d’Italia da 540 apicoltori. Mieli valutati dagli esperti per realizzare la “Guida Tre Gocce d’Oro 2022” in cui sono stati inseriti ben 506 mieli di cui 17 con Tre Gocce d’Oro, 201 con Due Gocce d’Oro e 288 con Una Goccia d’Oro. Sono stati esaminati da diversi laboratori e sottoposti ad analisi sensoriale da parte di 100 esperti iscritti all’albo nazionale. Si tratta di un’attività intensissima che permette di fotografare la situazione produttiva italiana, di fornire al produttore importanti informazioni sul miele prodotto e indicare al consumatore attento i prodotti che eccellono per i diversi tipi e per zone di produzione. Al concorso sono state rappresentate tutte le regioni italiane. Il maggior numero di campioni è arrivato dal Piemonte (161 campioni), seguito da Lombardia (143 campioni), Sardegna (133 campioni), Emilia Romagna (117 campioni) e Puglia (106 campioni).

I tre campioni sardi che hanno ottenuto le Tre Gocce d’oro sono il miele di asfodelo della ditta Miele D’Ogliastra di Giovanni Arzu, prodotto in montagna presso Cardutuvu in comune di Talana a una altitudine di mille metri sul livello del mare; il miele di eucalipto dell’azienda Apistica Monte Tamara di Luca Lai Lai prodotto dalle api in una zona di pianura in comune di Serramanna a una altitudine di 150 sul livello del mare. Infine, il miele di lavanda selvatica prodotto dalla ditta Mustazzu Maria Lucia Mustazzu di Alà dei sardi, prodotto in zona di montagna, precisamente presso Tottole in Comune di Alà dei Sardi a una altitudine di 450 metri sul livello del mare.

I vincitori premiati con le Tre Gocce d'oro (foto concessa)
I vincitori premiati con le Tre Gocce d'oro (foto concessa)
I vincitori premiati con le Tre Gocce d'oro (foto concessa)

Numerosi gli altri mieli sardi premiati, ad esempio nel Sulcis la stessa ditta di Nuxis ha ottenuto le “Due gocce d’oro” con i mieli di eucalipto prodotti nelle zone di Villacidro e Perdaxius, “Una goccia” con il miele di cardo prodotto a Belvì, un’altra con il miele di Eucalipto prodotto a Narcao, una per il castagno e una per i vari millefiori; a Narcao l’azienda S’Abioi di Giacomo Santus ha vinto una goccia d’oro per il suo miele di eucalipto (di due diversi lotti) e per miele di cardo sempre prodotto nel territorio di Perdaxius. La ditta di Iglesias “Oasi delle Api” ha ottenuto le Due Gocce con il suo miele Millefiori e, a Carbonia, Rosi Pilloni e Gabriele Favrin dell’azienda Apiflora hanno conquistato le Due gocce con il miele di Eucalipto prodotto nel Cixerri e Una goccia per il miele di cardo (già campione d’Italia in passato) prodotto nella campagne di Tratalias

Tutte queste aziende hanno in Comune l’aver lavorato in periodo di crisi senza precedenti e infatti la campagna apistica in generale non è stata affatto soddisfacente. «La siccità estiva e il prolungarsi delle alte temperature hanno di nuovo condizionato in modo pesantemente negativo l’andamento produttivo, replicando il grave impatto che il cambiamento climatico in atto sta avendo sul settore apistico – scrivono gli esperti dell’Osservatorio del miele - In diverse situazioni si tratta ancora di un vero e proprio azzeramento del raccolto di miele. Il contesto meteorologico della stagione 2022 ha preoccupato gli apicoltori fin dai primi mesi dell’anno. L’anomalia pluviometrica percentuale su base nazionale nel mese di marzo è risultata di ben il -66% con il deficit più evidente nelle regioni centro-settentrionali. Lo stato di grave siccità che ha imperversato su buona parte della penisola. Dal punto di vista delle temperature si è verificato uno scenario simile a quanto accaduto nel 2021 con un inverno caldo e temperature sopra la media fino al mese di febbraio seguito da un mese di marzo e di inizio aprile freschi con forti oscillazioni termiche e qualche gelata nei fondovalle. Fortunatamente il ritorno di freddo è stato più contenuto della drammatica gelata che si era verificata a inizio aprile dello scorso anno ma l’anticipo della vegetazione dovuta agli inverni miti e i successivi abbassamenti termici sono comunque una tendenza poco favorevole che può fare danni sia alle fioriture di interesse apistico che allo sviluppo delle famiglie di api. Il lungo periodo di assenza di precipitazioni ha pregiudicato le fioriture di inizio primavera di macchia mediterranea e le basse temperature minime notturne e di primo mattino hanno sfavorito l’attività delle bottinatrici e aumentato il consumo di scorte».

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