Sono stati un successo mondiale, più fuori dal Giappone che in patria, la quarta stagione di Demon Slayer e il lungometraggio appena uscito anche in Italia. E se da una parte l’Allenamento dei Pilastri (questo il nome dell’ultima serie) non ha deluso le aspettative, dall’altra la versione cinematografica, che si annunciava come il punto di raccordo tra la quarta serie e la quinta, ha diviso i fan di uno dei manga più amati di sempre. Animi contrastanti che, però, non hanno influenzato il successo al botteghino del film, tra gli anime più visti di sempre (se si escludono i grandi colossi della Disney e della DreamWorks.

La quarta stagione, composta da soli otto episodi, si è concentrata sull’arco narrativo dell’“Allenamento dei Pilastri”. Tanjiro e gli altri giovani ammazzademoni sono stati affidati ai Pilastri – i guerrieri più forti della Demon Slayer Corps – per un addestramento intensivo in vista della battaglia finale. Nella terza serie (Il villaggio dei forgiatori di spade) c’era stato uno scontro epico con due delle lune crescenti, alcuni dei demoni nati dal sangue dello stesso Muzan e, per questa ragione, tra i più forti nemici in assoluto. Nonostante la vittoria, però, sono comunque emerse le debolezze sia dei giovani ammazzademoni che dei colossi, ancora lontani dal poter sfidare quello che è ritenuto il creatore di tutti i demoni. La quarta stagione ha il merito di approfondire personaggi finora rimasti in secondo piano, come il Pilastro del Serpente Obanai Iguro, quello del Vento Sanemi Shinazugawa e quello della Roccia, Gyomei Himejima. Ritornano anche volti noti come Tengen Uzui, Giyu Tomioka, Mitsuri Kanroji e Muichiro Tokito, ognuno con il proprio stile e filosofia di combattimento.

Dal punto di vista narrativo, la stagione è un ponte tra l’azione frenetica delle precedenti serie e il gran finale che tutti attendono per il 2027. Il ritmo è serrato, con salti temporali rapidi e una sensazione di ansia e precarietà costanti. Tuttavia, l’assenza di veri combattimenti e l’abbondanza di momenti comici e leggeri hanno diviso il pubblico, tanto che in Giappone è stata ritenuto la serie “più debole” della saga. Alcuni fan hanno apprezzato l’approfondimento psicologico dei personaggi, altri hanno lamentato una mancanza di tensione narrativa e spettacolarità. Il finale, intitolato “I Pilastri Uniti”, è un episodio speciale di 60 minuti che segna l’inizio del confronto diretto con Muzan. La scena in cui Kagaya Ubuyashiki incontra il Re dei Demoni sotto la luna è carica di presagi e prepara il terreno per il film, Il Castello dell’Infinito”, uscito ora nelle sale con un successo di pubblico che era stato annunciato

Dal giorno della prima proiezione (in sala l’11 settembre 2025) la pellicola ha incassato in Italia 2,6 milioni di euro. Ideato da Haruo Sotozaki e prodotto da Ufotable, il film inizia proprio da dove si interrompe la quarta stagione. Tanjiro, Nezuko, Zenitsu, Inosuke e gli Hashira vengono risucchiati nella fortezza di Muzan, un castello-pozzo dai mille labirinti situato in una dimensione parallela e controllato dal demone Nakime. Qui si svolge lo scontro finale contro le lune crescenti – Akaza, Doma, Kokushibo, Kaigaku – e con lo stesso Muzan. Chi si è approcciato a Demn Slayer proprio in vista dell’uscita del lungometraggio è rimasto sorpreso: le animazioni sono fluide e spettacolari, con combattimenti coreografati in modo magistrale. La resa degli ambienti del Castello, grazie ad un mix tra disegni tradizionali e computer grafica estrema, è impressionante. Disegni e narrazioni sono fedeli ai manga, con continue citazioni anche la periodi ukiyo-e e al suo grande maestro Hokusai. Basti pensare alle mosse di Tanjiro legati ai kata del fuoco e dell’acqua, che richiamano fedelmente la grande onda o le tavole del monte Fuji.

La critica ha accolto positivamente il film, con un punteggio del 96% su Rotten Tomatoes e una media di 8.7 su IMDb. Il pubblico italiano ha risposto con entusiasmo, affollando le 796 sale in cui è stato distribuito.

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