Oltre trent’anni anni dopo, siamo sempre pazzi di lui. E d’altronde quel bimbo biondo e terribile, così furbo, imperfetto e creativo, che risponde al nome di Kevin McCallister, ha accompagnato le feste di Natale di tutti. “Mamma ho perso l’aereo”, il film campione di incassi negli anni Novanta, al primo posto negli Stati Uniti per ben dodici settimane (superando blockbuster usciti anch'essi nel 1990 come Ghost, Balla coi Lupi e Pretty Woman, diventando uno dei casi economici più emblematici di Hollywood, budget 15 milioni di dollari, incasso totale in tutto il mondo 470 milioni) è ancora uno dei migliori film (per molti il migliore) per accompagnare le festività di Natale.

Una storia semplice e universale, ambientata negli anni Novanta, che funziona anche se non ruota intorno ai social. “Un bambino lasciato solo per errore è una situazione che si capisce subito, anche oggi”, dice ChatGpt, interrogata sul successo del film a distanza di oltre trent’anni. Non solo. La pellicola scivola senza tempi morti. Chi lo guarda per la prima volta capisce sempre cosa sta succedendo e perché è divertente. Chi lo rivede, invece, coglie particolari che sfuggono ogni volta. Un altro segreto del suo successo è “l’umorismo fisico universale”, dice sempre l’intelligenza artificiale. “Le cadute, le reazioni esagerate e le trappole funzionano a ogni età e cultura. Non serve “capire una battuta”: la vedi e ridi”. Verissimo. E poi e non richiede attenzione continua e funziona anche se lo guardi di sbieco, mentre fai altro.

D’altronde, il film dipinge con precisione, senza peccare di sofisticazione, un’epoca in cui era ancora legittimo essere cattivi. I fratelli e le sorelle più grandi che trattano il più piccolo come un “minus”, e lui, il piccolo Kevin che desiderava la completa estinzione dei parenti (alzi la mano chi a quell’età non l’ha desiderato), e quei genitori così stanchi di avere tutti i parenti da gestire da dimenticarsene uno a casa. Qualcuno dice: il film oggi sarebbe un flop, mentre 35 anni fa nessuno gridò allo scandalo. Anzi. Così mamma ho perso l’aereo è diventato un film da “comfort zone” che regala attimi di pura ilarità per tutta la famiglia.

Chi in quegli anni era bambino avrà di certo sognato di essere come lui. Come Kevin. E adesso, guardando Mamma ho perso l’aereo, per chi negli anni Novanta ci è cresciuto, è davvero clima di festa.

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