I morti sono 114, i feriti oltre 4908. Un tributo di sangue quasi quotidiano. Le cronache riferiscono di un anno horribilis sulle strade della Sardegna. I dati pubblicati nel secondo volume dell'Osservatorio Sardo sulla Sicurezza Stradale certificano la gravità del fenomeno. Le vittime aumentano e l'indice di mortalità nell'Isola raggiunge quota 3,15, quasi il doppio della media nazionale ferma a 1,74. Il report analizza le statistiche relative al 2024 e nasce dalla collaborazione tra il Centro Interuniversitario di Ricerche Economiche e Mobilità dell'Università di Cagliari, l'assessorato regionale dei Lavori Pubblici e l'associazione no profit Adessobasta. Mentre in Europa si registra una riduzione dei morti per incidenti stradali (-2,2 per cento rispetto al 2023) e il quadro nazionale risulta critico, ma con una lievissima flessione pari a -0,3% su base annua in Sardegna il 2024, come del resto il, 2025 è stato un anno da dimenticare. 

Secondo la statistica nel 2024 si sono registrate 113 vittime, tre in più rispetto all'anno precedente (+2,73%). In crescita i feriti (4.908, +6,26%). L'indice di mortalità regionale è pari a 3,15, quasi il doppio della media nazionale (1,74). Osservando i dati degli incidenti mortali nel 2023 si nota che 39 sono avvenuti su strade statali, 37 su provinciali e 26 su strade urbane. Tra le strade più pericolose ci sono la statale 125 e la statale 389 Nuoro-Lanusei, seguite dalle statali 126 e 195 (4 morti). Il 75 per cento delle vittime è un uomo tra i 25 e i 59 anni. 
Il report monitora il fenomeno dell'incidentalità stradale a livello europeo, nazionale e regionale. Gianfranco Fancello, il docente e responsabile scientifico dell’Osservatorio ha riferito all’Ansa come: «Sia necessario un cambio di passo che dia una linea forte sulle politiche di governo della sicurezza stradale e di prevenzione a tutti i livelli».

Obiettivo giovani

Molto resta ancora da fare sul piano della prevenzione. Specie tra i giovani. Distrazione, stanchezza, eccesso di velocità, uso dello smartphone alla guida, sono un tema critico tra le nuove generazioni. Il quadro della situazione emerge questa volta dall’Osservatorio "Non chiudere gli occhi", realizzato da Skuola.net in collaborazione con Autostrade per l'Italia, nell'ambito dell'omonimo progetto di sensibilizzazione rivolto direttamente a studenti e scuole.

A parlarne apertamente 2.100 ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 24 anni.

Loro stessi hanno però certificato una buona notizia. Un certo tipo di educazione stradale quella fatta di incontri con esperti, vittime di incidenti stradali e loro familiari può incidere positivamente sia nel breve che nel lungo termine.

Tuttavia restano i problemi. Ad esempio, quasi 1 giovane su 2, conducente abituale di un mezzo di trasporto (che sia automobile, motociclo, bici o monopattino), utilizza di frequente lo smartphone mentre è alla guida; 1 su 5 ammette di essersi messo più di una volta al volante sotto l'effetto di alcol, sostanze o farmaci che riducono la lucidità; 2 su 3 guidano spesso e volentieri quando sono stanchi o affaticati; 4 su 10 superano regolarmente i limiti di velocità.

Rispetto al 2023 le cose sembrano essere migliorate. Forse un effetto combinato delle azioni intraprese negli ultimi anni, dall'educazione stradale a scuola alle novità sul Codice della Strada, passando per le campagne di sensibilizzazione, fino alla crescente diffusione di tecnologie di ausilio alla guida. L'uso dello smartphone al volante (o al manubrio), registra un calo (dichiarato) di "trasgressori" di circa il 20 per cento: nel 2025 a dichiarare di non utilizzarlo mai e poi mai quando è "in marcia" è il 56 per cento. Anche l'attenzione complessiva sembra crescere: la quota di chi si dice "sempre o spesso distratto" oggi è al 17 per cento, contro il 21 degli anni precedenti. Aumenta, poi, il rispetto delle norme base di sicurezza: il 70 per cento dei ragazzi dichiara di utilizzare sempre i casco.

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