Delitto Mameli, retroscena di una notte di follia
Nuovi particolari dalle carte dell’inchiesta per l’omicidio di Bari SardoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Al bar dopo il delitto, senza maschera. Partiti conigli e polpi, a notte fonda si sono presentati in “borghese”, nel locale da cui erano partiti. Dalle carte dell’inchiesta emergono particolari sulla tragica serata di Bari Sardo, la notte in cui Marco Mameli, 22 anni, di Ilbono, è stato ucciso. il gruppo ha fatto ritorno a Tortolì in taxi e ordinato da bere in un locale. Come se nulla fosse. Nessuno di loro aveva indosso i vestiti di carnevale (due erano mascherati da conigli e due da polpi), costumi di cui non parla l’ordinanza firmata dal giudice Nicole Serra. O meglio non risulta siano stati oggetto di analisi alla ricerca di sangue o altre tracce biologiche. Il gruppo avrebbe potuto sparire nel buio e invece ha scelto di farsi vedere in un luogo affollato. Saranno gli inquirenti a dire se questa sia stata una scelta dettata da una precisa strategia. Dal vaso di pandora di un’inchiesta complessa, condotta dalla squadra Mobile di Nuoro guidata da Fabio Di Lella, i dettagli emergono pian piano. Giampaolo Mighela, 28 anni, il presunto killer, è stato arrestato, il suo arresto convalidato, tuttavia l’inchiesta non è arrivata al capolinea. Resta da stabile se vi siano altri profili penalmente rilevanti tra tutte le persone presenti alla lite. Il solo fatto di prendere parte a una rissa in cui qualcuno viene ferito o peggio ucciso costituisce un reato.
A voi infami. Così cominciava il doloroso post pubblicato dalla mamma di Marco Simona Campus il 16 maggio. “Che pur conoscendola avete scelto di coprire la verità fingendo di non sapere nulla dico che voi state rendendo ancora più vigliacchi, vili, miserabili e codardi. State continuando ad affondare la lama nel corpo di mio figlio”. Verità che la famiglia di Marco ha contribuito a fare emergere in modo decisivo. Le parole registrate dal padre Andrea durante alcuni colloqui con il gruppo di ragazzi sono i pilastri intorno ai quali è costruita l’ordinanza di custodia cautelare. Riluttanti a parlare con la Giustizia gli stessi ragazzi hanno fornito al padre le chiavi per rompere il muro di silenzio. Curioso come nelle conversazioni riportate dalla carte giudiziarie non vi sia alcun elemento negativo espresso nei confronti di Marco. “Anima innocente” viene descritto il giovane ilbonese, arrivato di corsa per difendere un amico. Morto “a gratis”, “po nudda”, come diranno i ragazzi presenti nei giorni successivi l’omicidio. Solo Giampaolo Migali spiegherà loro che trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato non è “po nudda” .
L’enorme lavoro degli inquirenti ha permesso di ricostruire l’accaduto nel dettaglio. Non sono chiare le fasi relative ai momenti successivi il delitto. Il gruppo di ragazzi coinvolti non ha avuto nessuna difficoltà, nel panico generale, a lasciare Bari Sardo.
I punti fermi dell’inchiesta sono però ormai chiari. Sull’arma del delitto gli esperti dei Ris hanno ritrovato tracce di Dna riconducibili a Marco Mameli e Andrea Contu, il ragazzo di Ilbono ferito. Marco Mameli sarebbe morto per difenderlo. Migali e Contu avevano iniziato a litigare in un locale. Lite sedata e poi ripresa in via Santa Cecilia. «A me non è sembrata una rissa, vedevo solo Migali picchiare», dirà uno dei testimoni.
E poi le immagini. Gli inquirenti hanno ricostruito passo dopo passo i movimenti del gruppo. La versione di Migali, che diceva di aver ferito Contu e di non ricordare con precisione quanto avvenuto nel vicolo non aveva da subito convinto gli inquirenti. Il giorno successivo il delitto, il barista metteva la propria sim in diversi dispositivi mobili, in modo da eludere l’attività degli inquirenti. Una freddezza sottolineata dal gip Nicole Serra nell’ordinanza di custodia cautelare. Identico atteggiamento dimostrato nel voler in qualche modo controllare che gli altri ragazzi del gruppo non prendessero iniziative. Qualche tempo dopo l’omicidio avranno la lucidità di fare alcune considerazioni sull’opportunità o meno di averlo come compagno di una bella serata di festa. Uno dei tre osserverà che non si può mai sapere se uno della “cricca” farà o meno una cavolata.