Daniela Falconi, un’imprenditrice a capo dell’Anci
L’associazione dei Comuni sardi ha eletto per acclamazione la sindaca di Fonni«Noi sindaci siamo soli contro tutti: spesso dobbiamo farci coraggio da soli. Ma l’unità è un valore». La coesione dell’assemblea dell’Anci è stata decisiva, il nome di Daniela Falconi non è mai stato in discussione. Tutto il contrario di due anni fa, quando fu una guerra tra Alberto Urpi ed Emiliano Deiana, vinta da quest’ultimo prima di un’intesa strada facendo, che garantì allo sconfitto la presidenza del Consiglio regionale dell’associazione in nome di un’inevitabile gestione unitaria. L’assemblea dell’Anci ha eletto la sua nuova guida per acclamazione, conseguenza proprio di questa ritrovata compattezza. Falconi, sindaca di Fonni, ha messo tutti d’accordo dall’inizio. Imprenditrice nel settore agroalimentare, 47 anni, sposata e madre di due figli, Falconi è stata tra l’altro vicepresidente della Confindustria nuorese. Riceve in eredità mille questioni aperte: «In questa direzione dobbiamo metterci subito a lavorare per rendere strutturale il fondo unico per quel che riguarda i Comuni».
La successione. Dopo otto anni termina dunque la gestione di Emiliano Deiana che, nell’ultimo mandato, per superare frizioni ideologiche, ha stretto un patto con la componente di Alberto Urpi, che lascia, dopo l’elezione in Consiglio regionale, da presidente del Consiglio direttivo dell’associazione. Al suo posto l’assemblea ha eletto Francesco Spiga, sindaco di Vallermosa.
L’esordio. Falconi invita tutti a marciare dalla stessa parte: «L’assemblea mi attribuisce una responsabilità enorme. L’unità dei sindaci sardi è valore aggiunto: so di avere accanto il presidente del Consiglio direttivo Francesco Spiga e di poter lavorare con un gruppo valido e coeso». Sulla questione dello spopolamento sembra avere le idee chiare: «Ogni territorio ha le sue peculiarità, l’approccio deve essere multisettoriale. Bisogna senz’altro partire dal ripristino di servizi e presidi. Penso alla scuola, perché questo dimensionamento non va bene a nessuno, e alla sanità: senza addentrarci nelle carenze ospedaliere, in Sardegna mancano oltre 500 medici di base. Ma anche all’acqua che scarseggia: priorità per tutti, non solo per i paesi di montagna. Nei centri turistici costieri l’acqua potrebbe essere razionata. Chissà come faranno i sindaci, che già devono combattere per le perdite di rete. Chiederemo alla Giunta regionale un incontro per fare il punto della situazione». E il bonus bebè? «Un primo traguardo raggiunto da chi mi ha preceduto è quello di aver esteso questa misura ai Comuni fino a cinquemila abitanti. È una delle tante iniziative, ma non è la soluzione. Servono asili nido e servizi di welfare, su cui l’Isola è parecchio indietro. Faremo le dovute pressioni perché ci vengano concessi non solo i finanziamenti per costruire le strutture, ma anche e soprattutto per gestirle».
I trasporti. Nel suo discorso di insediamento, Falconi ha parlato anche di trasporti: «Il diritto alla mobilità dei sardi è uno degli aspetti di cui l’Anci si occuperà. Ci batteremo per accelerare sulla realizzazione dei collegamenti ferroviari e per la costruzione di strade, soprattutto nell’interno dell’Isola, per connettere paesi dove la ferrovia non può arrivare. Parlo di infrastrutture utili ai cittadini che devono, per necessità, raggiungere strutture sanitarie, scuole ma anche il posto di lavoro e che oggi possono farlo solo tra mille difficoltà».
L’assalto da fermare. Chiusura sul modo in cui respingere l’assalto energetico all’Isola «Devono essere i cittadini a decidere dei luoghi, senza imposizioni dall’alto», conclude Falconi. «Anche su questo ci confronteremo con la presidente della Regione Alessandra Todde».