C’è stato un tempo in cui la televisione di Stato italiana produceva cartoni animati con i più grandi nomi dell’animazione giapponese. Dopo tre anni di lavoro, esattamente 40anni fa, usciva un co-produzione tra la Rai e lo Studio Pagot, con anche la Tokyo Movie Shima, intitolata “Il fiuto di Sherlock Holmes” (Meitantei Hōmuzu, 1984), la cui regia era stata affidata al maestro Hayao Miyazaki, nei giorni scorsi premiato con il secondo oscar per il lungometraggio “Il Ragazzo e l’Airone” dopo quello ottenuto per La città incantata.

Ispirato al celebre investigatore di Sir Arthur Conan Doyle, la serie era stata poi temporaneamente interrotta (dopo solo 4 episodi realizzati e altri due imbastiti) a causa di una causa intentata dagli eredi dello scrittore londinese, detentori dei diritti sul personaggio. Dopo un accordo, i disegnatori poterono riprendere il lavoro. Il protagonista è uno Sherlock in versione segugio antropomorfo, dotato di grande intelligenza e sapere scientifico. Come il celebre personaggio dei racconti vive a Baker Street, in affitto nella casa di Mrs. Hudson, assieme al suo inseparabile compagno d’avventure, il dottor Watson (un terrier).

Tra i protagonisti della serie televisiva c’è anche l’ispettore Lestrade che si serve spesso dell’aiuto dell’investigatore privato contro l’acerrimo avversario di Sherlock, il Professor Moriarty (rappresentato come un lupo che nel doppiaggio italiano era stato dotato da uno spiccato accento piemontese). Ad aiutare il temibile professore ci sono i due pasticcioni Smiley e Todd, anche loro animali umanizzati, come del resto tutti i personaggi della serie. Questa scelta, oltre ad essere esteticamente accattivante ha conferito una vena di umorismo e originalità alla produzione, dove spiccano anche gatti, volpi, lupi e altri animali, aggiungendo vivacità e personalità alle intricate vicende investigative.

Meitantei Hōmuzu - questo il nome giapponese della produzione - occupa un posto speciale nel cuore di molti appassionati. Le 26 puntate realizzate dalla co-produzione internazionale si ispirano e riadattano i racconti di Conan Doyle, tanto che i familiari del celebre scrittore – visto anche il successo della serie – decisero di far causa perché non era stata autorizzata. Lo stile di animazione di "Il fiuto di Sherlock Holmes" è caratterizzato da una cura impeccabile dei dettagli, come tutte le opere di Hayao Miyazaki. I personaggi sono espressivi e ben definiti, mentre gli sfondi sono ricchi di particolari e atmosfere suggestive. Le scene d'azione sono fluide e coinvolgenti, accompagnate da una colonna sonora memorabile che sottolinea i momenti salienti delle storie. Sta di fatto che, ad un certo punto, la produzione venne sospesa per via di un contenzioso con gli eredi del celebre scrittore. Alla fine, però, l’intera saga uscì con un accordo sia in Giappone che in tutta Europa. Nonostante il successo mondiale (è una delle serie che ha maggiormente ispirato anche intere generazioni di disegnatori di anime), dopo 26 episodi “Il fiuto di Sherlock Holmes” venne interrotto. Le ragioni non sono mai state precisate, dunque si possono fare solamente delle ipotesi.

Tra queste la possibilità che siano finiti i fondi. La produzione era piuttosto costosa, a causa dell'animazione di alta qualità e del coinvolgimento di numerosi artisti e musicisti. C’è poi l’idea che gli stessi ideatori abbiano deciso di non farne una seconda stagione, restando fedeli al progetto iniziale che seguiva una struttura narrativa ben definita. A non aiutare c’erano state anche le difficoltà logistiche di collaborazione tra Italia e Giappone, con disegnatori, sceneggiatori e autori che dovevano spostarsi frequentemente tra i due Paesi per realizzare i vari episodi.

Sigla italiana, tramessa all’inizio e alla fine di ciascun episodio, è firmata da Giampaolo Zavallone ed è stata eseguita dalla band “Complotto” e dai “Piccoli cantori di Milano”, poi registrata su 45 giri. Di questa canzone esiste la versione sia italiana che inglese, usata quando la serie è stata venduta e trasmessa negli altri paesi europei.

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