Ci vuole un attimo per dirsi addio. Tuttavia il cammino per una separazione o un divorzio può essere tortuoso e l’attesa infinita. La geografia giudiziaria gioca un ruolo decisivo. A Sulmona una separazione consensuale è questione di giorni, appena sei. Neppure il tempo di cambiare idea. I fori del Sud sono nelle prime posizioni di questa speciale graduatoria, con Campobasso (11), Matera (19) e Lamezia Terme (21). Lanusei compare al terz’ultimo posto, con un iter lungo 319 giorni. Peggio solo Catanzaro e Nocera Inferiore, in cui si sfiora (362) e poi si supera (377) l’anno di attesa.

Il tradizionale report del Sole 24 Ore sulla salute dei Tribunali italiani offre numerosi spunti di riflessione.

Nel 2022 la durata media di una causa civile è di 532 giorni, -4,2 per cento rispetto al 2019. Tuttavia un quinto delle sedi impiega oltre il 10 per cento in più. Il Sud arranca e in alcuni casi le differenze sono abissali. E, in termini assoluti, si va dai poco più di 200 giorni dei tribunali di Aosta e Ferrara (i più veloci) agli oltre tre anni di Isernia e Vallo della Lucania. È questo il quadro che emerge dall’analisi dei dati del ministero della Giustizia.

Nello specifico ci sono situazioni molto diverse.

Il capitolo relativo alle separazioni giudiziali mette dietro alla lavagna Nocera Inferiore, con un poco lusinghiero 1063 e il cima alla lista Arezzo.

I numeri diventano inquietanti quando gli ex coniugi scelgono che sia il giudice a determinare chi sia dalla parte del torto. I 123 giorni di Arezzo e i 134 di Savona mettono in cattiva luce i 1116 di Nocera Inferiore e i 1186 di Catanzaro.

Il Tribunale di Lanciano può invece vantare la bandiera blu per i divorzi congiunti. Non ci sono attese. Basta presentate domanda e il vincolo evapora con un timbro. Quando si dice l’efficienza.

Cambiando la materia del contendere è sempre complicato trovare Tribunali isolani nelle posizioni di vertice. La pagella meritocratica in tema ad esempio di convalida di sfratto vede Savona in testa con sette giorni per far scomparire un inquilino indesiderato. Ben diversa la velocità di Vallo della Lucania, dove 441 giorni garantiscono una decisione ben ponderata. Bolzano, da anni in vetta alle città in cui si vive meglio, guida la classifica delle esecuzioni immobiliari. Servono 293 giorni. La Sardegna non brilla certo per il quintultimo posto di Tempio Pausania, 1760 giorni di attesa. E non offrono consolazione i 2719 giorni di Caltagirone. Passando a contratti bancari e diritti reali si entra in attese da fantascienza. E anche qui l’Isola è protagonista suo malgrado. Tempio Pausania (ebbene sì) è al penultimo posto con 3945 giorni. Peggio solo Vallo della Lucania. Il nobile foro di Vercelli è accreditato di un brillante 161. In materia di diritti reali ai 167 di Ferrara si contrappongono 1838 (ancora) di Tempio Pausania. Neppure i due centri fossero parte dello stesso paese Itali. Lanusei non può certo sorridere. Infatti se si parla di procedimenti di lavoro dipendente da privato si possono solo invidiare i 78 giorni di Rovereto paragonati ai 1356 del presidio ogliastrino. Purtroppo va peggio in tema (spinoso) di decreti ingiuntivi. Lanusei, è all’ultimo posto in Italia, con 239 giorni. Ma per farci davvero venire il magone scorriamo le ultime posizioni di questo countdown alla rovescia: Tempio Pausania, 112, Nuoro, 124, Cagliari, 141, Lanusei, inarrivabile, 239. A Lanciano (Abruzzo), basta un giorno. Uno. A Viterbo servono due giorni. A Ferrara 3 e a Modena (in cui sono abituati a correre), 4. La differenza salta agli occhi. Il Sole parla di un’Italia divisa in due ma non si può forse neppure dire che gli ultimi saranno i primi perché i primi sono irraggiungibili. A standard lusinghieri si contrappongono numeri vergognosi. In generale l’efficienza dei Tribunali del Nord riesci perfino a colmare le penose situazioni del sud. Infatti in media occorrono 39 giorni per un decreto ingiuntivo, 76 per la convalida di uno sfratto, 108 per una separazione consensuale e 198 per un’esecuzione mobiliare con vendita.

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