Le due facce dello sport. Proprio nel giorno in cui dal ritiro della Svezia il quarantenne fuoriclasse del Milan Zlatan Ibrahimovic ammette di avere terrore di quel che gli aspetta quando smetterà di giocare a calcio, la tennista numero uno al mondo, l’australiana Ashleigh Barty, annuncia il suo ritiro dal tennis ad appena 25 anni.  «È una giornata difficile ed emozionante per me. Sono così felice e pronta e sono consapevole, dentro di me so che è la scelta giusta per me come persona. Non ho più il desiderio emotivo di competere ai massimi livelli. Sono grata al tennis, che mi ha fatto realizzare tutti i miei sogni, ma so che è arrivato il momento di appendere la racchetta al chiodo e di inseguire altri sogni».

La Barty non è nuova a decisioni di questa portata. Da giovanissima promessa del tennis, campionessa mondiale juniores, lasciò la racchetta nel 2014 per diventare professionista del cricket. Ci ripensò due anni dopo e grazie al suo tennis delizioso, fatto di precisione, classe, tocco e gioca a rete, ha finito per vincere tre titoli del Grande slam (Roland Garros 2109, Wimbledon 2021 e l’ultimo Australian open, diventando numero uno al mondo per 122 settimane e colmando quel vuoto tecnico lasciato nel circuito pro femminile da Serena Williams. Già, proprio quella Serena che a 40 anni pensa a inseguire il titolo Major 24 in carriera (per eguagliare il record dell’australiana Margarteh Smith), altro che ritiro.

Gli appassionati di tennis non hanno potuto fare a meno di pensare a un altro ritiro precoce quando famoso. Era il 1983 quando Bjiorn Borg, spodestato dal trono mondiale da John McEnroe, decise di lasciare il circuito professionistico: aveva 26 anni. Fatale la sconfitta in finale a Wimbledon contro il supermonello statunitense, capace con il suo serve and volley di infrangere la regolarità e l’equilibrio emotivo dello svedese. Borg entrò così in confusione che, quando provò diversi anni dopo a rientrare sul circuito, ebbe la pretesa di ripresentarsi in campo con la sua vecchia racchetta Donnay Pro Allwood, quando invece i suoi avversari erano passati al mide size in fibra di vetro e grafite: fu un massacro in quel famoso primo turno di Montecarlo il 23 aprile del 1991 (perse contro Jordi Arrese, allora 54 del mondo 6-2 6-3).

Flavia Pennetta (ANSA - FABRICE COFFRINI - KRZ)
Flavia Pennetta (ANSA - FABRICE COFFRINI - KRZ)
 Flavia Pennetta (ANSA - FABRICE COFFRINI - KRZ)

Sempre restando nel tennis, sorprese tutti anche Flavia Pennetta quando, durante la premiazione degli Us Open 2015, vinti a sorpresa battendo in finale l’altra azzurra Roberta Vinci, annunciò il suo ritiro proprio nel momento più alto della sua carriera, l’unica vittoria in uno Slam: aveva 33 anni ed era numero 6 al mondo.

Un po’ quello che fece il pilota di Formula Uno Nico Rosberg, che si ritirò dopo aver vinto il titolo di campione del mondo nel 2016: aveva 31 anni, un’età in cui difficilmente un pilota decide di appendere casco e volante a un chiodo.

Nico Rosberg ( EPA/VALDRIN XHEMAJ)
Nico Rosberg ( EPA/VALDRIN XHEMAJ)
Nico Rosberg ( EPA/VALDRIN XHEMAJ)

Nel nuoto è capitato più spesso che giovani campioni rinunciassero a Olimpiadi e campionato del mondo. Novella Calligaris a 19 anni preferì il giornalismo, Ian Thorpe si ritirò a 24 anni, Mark Spitz a 22, salvo poi tentare un rientro su spinta di uno sponsor, ma fu un fallimento.

Tornando per un attimo al tennis, aveva 29 anni Ana Ivanovic, ex numero al mondo e vincitrice di uno Slam, Roland Garros nel 2008, quando annunciò di lasciare lo sport e per sposare il calciatore tedesco Schweinsteiger. Mentre di recente un altro giocatore amatissimo, l’argentino Juan Martin Del Potro, numero tre al mondo soltanto 4 anni fa e vincitore degli Us Open nel 2009, ha dovuto issare bandiera dopo una lunga serie di infortuni gravi e di interventi chirurgici.

Anche la storia del Cagliari calcio è segnata da alcuni addii precoci. Forse non tutti ricorderanno l’aitante stopper Amedeo Baldizzone, classe 60: cresciuto nell’Atalanta e considerato dagli esperti una grande promessa del calcio italiano, riuscì a disputare soltanto 9 partite in rossoblù nella stagione 1981-’82: un brutto infortunio a un ginocchio lo costrinse a lasciare il calcio all’età di 22 anni.

Gigi Riva (foto archivio Unione Sarda)
Gigi Riva (foto archivio Unione Sarda)
Gigi Riva (foto archivio Unione Sarda)

Anche Gigi Riva, a pensarci bene, avrebbe potuto dare ancora tanto al Cagliari e all’Italia, se riflettiamo alle longeve carriere di Totti, Del Piero e Baggio: aveva 32 anni quando uno strappo muscolare durante il Cagliari-Milan del primo febbraio 1976 lo spinse a lasciare il calcio giocato.

Sicuramente la storia più singolare riguarda un altro ex giocatore  rossoblù, Giovanni Sulcis. In tanti non posso scordare il suo primo e unico gol in Serie A, un colpo di testa che valse in pareggio allo Stadio delle Alpi di Torino (1-1), uno dei pochi lampi di quel campionato, 1999-2000, disastroso e chiuso con la retrocessione. Sulcis poi passò al Perugia ma preferì a 28 anni lasciare il calcio per seguire le orme del padre e diventare medico.

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