Alessia Orro, travolta dall’affetto di Narbolia: «L’oro, la famiglia, gli amici. Felicissima»
Medaglia al collo, la miglior palleggiatrice di Parigi 2024 è a casa: «Essere qui è un’emozione straordinaria»A Narbolia il centro polifunzionale “Peppino Pippia” non riesce a contenere le centinaia di persone accorse a festeggiare Alessia Orro. La pallavolista della Nazionale italiana fresca vincitrice dell’Olimpiade e nominata miglior palleggiatrice della competizione si presenta alla sua gente con un vestito bianco sul quale risalta la medaglia d’oro che tiene al collo. Stringe mani, risponde a tutti coloro che in ordinata fila la salutano e le rivolgono un sorriso.
Alessia ritrova la sua maestra della scuola materna, che non riesce a trattenere la commozione. Ritrova i suoi amici di infanzia, la sua gente che non ha mai smesso di starle vicino e sostenerla da quando ha lasciato la Sardegna per il Club Italia, dove ha iniziato la sua ascesa ai vertici mondiali del volley.
Il suo sorriso ha conquistato tutti durante il torneo olimpico: ha trasmesso serenità e la gioia di vivere quella avventura senza pressioni.
«Il sorriso è il mio marchio di fabbrica, sono contenta che sia stato evidenziato durante le riprese televisive. È un segno caratteristico della mia famiglia, che mi è stato contagiato».
Quindi la medaglia d’oro è anche della sua famiglia.
«Assolutamente sì. Ora devo condividere questa gioia con i miei cari. Ho due settimane di riposo, mi serviranno per realizzare meglio tutto ciò che ho vissuto nelle ultime settimane. E intanto vivo serate come questa, con tante persone che mi fanno vivere un altro momento felice».
Grazie a lei e alle sue compagne di squadra avete trasmesso un messaggio di leggerezza e condivisione. «Spero serva a regalare ulteriori stimoli a chi, anche in Sardegna, vuole avvicinarsi a questa disciplina. È passato il messaggio di una squadra fenomenale, per intensità di gioco e forza del gruppo». E poi c’è Julio Velasco. «Con lui ci prepariamo e giochiamo con una mentalità diversa, senza pressioni, con la certezza che riusciremo a dare il meglio ogni minuto di ogni partita».
Non solo palleggiatrice, la migliore delle Olimpiadi, ma efficace anche a muro e in battuta. «Ho visto e conosco altre palleggiatrici molto forti e più esperte, che seguo. Ho ancora da imparare».
Ha seguito le imprese degli altri atleti sardi a Parigi?
«Sono stata felice per le medaglie di Marta Maggetti e di Stefano Oppo, al quale dopo l’argento ho mandato un messaggio».
Giocare e vincere una finale olimpica è un evento da ricordare. Com’è la notte prima della finale?
«Sinceramente è stata una notte più semplice delle altre. Ero molto carica, ma anche tanto serena. Posso dirlo, ho dormito bene».
Oggi Alessia Orro è tra la sua gente, i suoi affetti, vive da vicino le emozioni di chi l’ha vista crescere e affermarsi.
«Devo dire grazie a chiunque mi ha sostenuto, sono cosciente di aver fatto emozionare tanta gente, tante famiglie. E non mi stancherò mai di ripetere che essere qui davanti a tanti amici è un’emozione straordinaria».
Da Rio 2016 all’oro di Parigi otto anni dopo. Un lungo cammino.
«La Alessia di oggi direbbe alla Alessia di allora di non mollare, il lavoro ripaga da incidenti e delusioni».
Due settimane di riposo, non importa dove. Il biglietto per Milano è pronto, destinazione Vero Volley, per una nuova avventura, la stagione 24-25. La affronterà dall’alto di un oro olimpico, che la costringerà a sollevare ancora l’asticella. Un percorso che affronterà con il sorriso, appunto.