"Per me l'Olimpiade è tutto: ho cominciato a correre per questo. Mezz'ora prima della gara mi sono detto che sarebbe stata la gara della mia vita, e che non potevo andar via".

Lo sprinter brianzolo di origini tempiesi Filippo Tortu, in conferenza stampa a Casa Italia, sembra ancora non credere allo strepitoso oro di ieri ai Giochi olimpici di Tokyo, conquistato con l’oristanese Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Marcell Jacobs: "Alla fine erano lacrime di gioia".

E’ stato lui l'ultimo frazionista della staffetta 4x100: “La cosa più bella e la cosa più brutta. Hai addosso una tensione anche superiore a quella della gara individuale". Ma “portare al traguardo la staffetta è stato fantastico e subito dopo Lorenzo" Patta "mi ha detto che avevamo vinto".

L'esultanza (Ansa)
L'esultanza (Ansa)
L'esultanza (Ansa)

I cinque ori dell'Italia nell'atletica leggera sono “un miracolo e non è possibile spiegare i miracoli. Possiamo solo goderci il momento". 

"Nel momento in cui siamo entrati in pista, per la finale, sapevamo che avremmo potuto fare qualcosa di grande e lo abbiamo fatto", le parole di Marcell Jacobs, reduce da un altro leggendario oro nei 100 metri.

Ha capito che avrebbe corso nel quartetto vincente “nell'ultimo raduno, solo in quel momento abbiamo intuito che il nostro quartetto sarebbe arrivato ai Giochi. E' un gruppo super unito, ci vogliamo bene, abbiamo lavorato tanto insieme". 

La grandezza della loro impresa è stata riconosciuta anche dai loro avversari: "Tutti si sono complimentati perché abbiamo fatto qualcosa di incredibile".

E sulla possibilità che l’atletica abbia più rilievo sui media “la vittoria nella 4x100 olimpica è superiore a qualsiasi cosa”, ha risposto Fausto Desalu, “non ci sono Ronaldo o Lukaku che tengano". “Dipende molto da voi”, ha aggiunto Tortu rivolgendosi ai giornalisti: “Noi, più che correre e vincere 5 ori, non so cosa possiamo fare”.

(Unioneonline/D)

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