Un’altra impresa storica per lo sport azzurro a Tokyo 2020.

Le sprinter italiane alle paralimpiadi hanno infatti messo a segno una storica tripletta nella finale dei 100 metri femminili categoria T63 (quella riservata agli atleti che competono con protesi a un arto).

Sul gradino più alto del podio è salita Ambra Sabatini, 19enne originaria di Livorno e residente a Porto Ercole (Grosseto), che con 14''11 ha anche realizzato il record del mondo. Argento a Martina Caironi, 31enne originaria di Alzano Lombardo (Bergamo) con il tempo di 14''46. Infine, bronzo a Monica Graziana Contrafatto, 40enne originaria di Gela (Caltanissetta), che ha chiuso in 14''73.

Graziana Contraffatto ha voluto dedicare la sua medaglia all’Afghanistan “un Paese – ha detto – che mi ha tolto qualcosa, ma in realtà mi ha dato tanto”. 

Nel 2012 Contraffatto, caporal-maggiore dei bersaglieri, perse una gamba proprio in missione in Afghanistan, durante un attacco alla base italiana, quando venne colpita dalle schegge di una bomba che le provocarono danni anche all'arteria femorale, all'intestino e a una mano. 

Alle azzurre sono arrivati anche i complimenti del presidente del Consiglio Mario Draghi: “La dedizione, la professionalità e il talento dimostrato dagli atleti paralimpici italiani è fonte di grande orgoglio e ispirazione per tutto il Paese”, si legge in una nota di Palazzo Chigi.

E un altro splendido successo per gli azzurri è arrivato nel tiro con l’arco a squadre miste: l’Italia, sconfitta solo in finale per 5-4 dalla Russia, ha ottenuto la medaglia d’argento, grazie alla coppia azzurra formata da Elisabetta Mijno, di Moncalieri (Torino) e dal milanese Stefano Travisani.

(Unioneonline/l.f.)

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