Lo sfogo di Cellino sullo stadio dei dolori"Sono stato 2 mesi a Miami: tutto fermo"
Il presidente rossoblù si sfoga: "Sono stato due mesi in America e non è cambiato nulla, il Sant'Elia è sempre aperto a metà". Cellino torna a parlare anche di Is Arenas.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Forse mi hanno arrestato per eccesso di velocità nella costruzione. Altrimenti non so, sono ancora in attesa di sapere i motivi del mio arresto". L'ennesimo sfogo di Massimo Cellino passa per l'asse Is Arenas-Sant'Elia: "Siamo andati via per disperazione,
con due settori chiusi e lo stadio pericolante", dice il presidente riferendosi all'impianto cagliaritano. Poi la scelta di Trieste: "Solo per finire il campionato e sollevare il problema". Inutilmente: "Non ce l’ho col sindaco di Cagliari, che ha ereditato la situazione. Ma quando Quartu ha dato la disponibilità, ho detto sì. Si rischiava di perdere materiale per 3 milioni, pronto per lo stadio a Elmas. Così lo abbiamo costruito a Quartu, una struttura
mobile, da utilizzare per 1-2 anni. Non avevamo alternative: il Sant’Elia non ce lo facevano
mettere a posto, a Trieste non potevamo giocare e, intanto, arrivava il campionato". Risultato: "Mi sono trovato in prigione".
Ora, dopo la parentesi americana - Cellino è andato a Miami a ottobre - non è cambiato nulla al Sant’Elia. "Siamo tornati perché invitati dall’assessore Marras. Io sono stato 2 mesi fuori e pensavo di trovare lo stadio a posto. E invece è così come lo avevo lasciato".
L'intervista completa a Massimo Cellino, andata in onda su Videolina a "Dentro la notizia", è stata riassunta da Alberto Masu su L'Unione Sarda di oggi.