"Forse mi hanno arrestato per eccesso di velocità nella costruzione. Altrimenti non so, sono ancora in attesa di sapere i motivi del mio arresto". L'ennesimo sfogo di Massimo Cellino passa per l'asse Is Arenas-Sant'Elia: "Siamo andati via per disperazione,

con due settori chiusi e lo stadio pericolante", dice il presidente riferendosi all'impianto cagliaritano. Poi la scelta di Trieste: "Solo per finire il campionato e sollevare il problema". Inutilmente: "Non ce l’ho col sindaco di Cagliari, che ha ereditato la situazione. Ma quando Quartu ha dato la disponibilità, ho detto sì. Si rischiava di perdere materiale per 3 milioni, pronto per lo stadio a Elmas. Così lo abbiamo costruito a Quartu, una struttura

mobile, da utilizzare per 1-2 anni. Non avevamo alternative: il Sant’Elia non ce lo facevano

mettere a posto, a Trieste non potevamo giocare e, intanto, arrivava il campionato". Risultato: "Mi sono trovato in prigione".

Ora, dopo la parentesi americana - Cellino è andato a Miami a ottobre - non è cambiato nulla al Sant’Elia. "Siamo tornati perché invitati dall’assessore Marras. Io sono stato 2 mesi fuori e pensavo di trovare lo stadio a posto. E invece è così come lo avevo lasciato".

L'intervista completa a Massimo Cellino, andata in onda su Videolina a "Dentro la notizia", è stata riassunta da Alberto Masu su L'Unione Sarda di oggi.
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