Lo spirito competitivo non manca, ma quello che anima la piccola delegazione sarda agli European Transplant and Dialysis Games, che cominciano domenica a Oxford, in Inghilterra, è un proposito più nobile: dimostrare che c’è vita e (e c'è sport) dopo il trapianto e promuovere la scelta di donare gli organi.

Tra i 400 atleti di 25 nazioni che per sette giorni si sfideranno in varie discipline (29 dei quali italiani), i sardi saranno il plurititolato ciclista di Settimo, Stefano Caredda, Gianni Fadda nella corsa, Enrico Pitzalis nel tennis, Paolo Perra e il presidente dell’associazione Prometeo, Pino Argiolas, nelle bocce (specialità Petanque).

“Andiamo nel ricordo di Pino Canu, l’amico presidente dell’Asnet che aveva organizzato con noi l’edizione sarda dei giochi e chi ha insegnato che anche una piccola realtà come quella sarda può essere capace di grandi cose”, ha detto proprio Argiolas, ricordando che “l’obiettivo è testimoniare la necessità di diminuire le opposizioni (coloro che non danno l’assenso alla donazione degli organi, ndr) che sono salite al 38-40%, per rilanciare la scelta della donazione che salva la vita”.

Marcello Tidore, direttore della Asl 8, chiama a raccolta gli sportivi: “Sarebbe bello che tutti gli atleti, quando rinnovano la carta d’identità, si dichiarassero donatori. Un piccolo gesto che evita che la scelta debba essere fatta, magari dai genitori in un momento nel quale non si può essere lucidi”.

Intanto Asl,Centro Regionale Trapianti e associazioni di volontariato fanno squadra per vincere sul campo e nella corsa per aumentare le possibilità di trapianto.

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