Il più difficile Giro d'Italia della carriera? Può darsi.

"Di sicuro", dice Giuseppe Martinelli, ds di un'Astana costretta prima a fare i conti con l'infortunio di Fabio Aru, poi con la tragica morte di Michele Scarponi, capitano destinato e non sostituito, "in tanti anni è forse la prima volta che non ho un leader, un qualcuno con il quale aspirare a vincere la corsa".

"Però - continua - qualcosa inventeremo. Abbiamo tanti corridori che si erano ben preparati perché dovevano sostenere il capitano perciò credo che saremo competitivi comunque".

Gli sportivi attendono nuove notizie su Fabio Aru, ancora convalescente.

"Fabio sta recuperando bene, non è ancora al cento per cento per lavorare nel modo più serio ma credo che nel giro di una settimana saremo a buon punto. Poi andrà in altura e si preparerà, qundi andremo dritti al Tour", dice confermando quella che sembrava la soluzione più logica, dopo la rinuncia al Giro.

Tornando alla corsa rosa, che è partita con l'omaggio a Michele Scarponi, inutile negare che la squadra kazaka la viva con uno stato d'animo particolare.

"Alla vigilia ci siamo parlati e abbiamo buttato giù una strategia ed è quella di essere competitivi giorno per giorno. Cercheremo di vivere alla giornata, senza l'assillo del risultato a tutti i costi. Ma siamo al Giro e dobbiamo onorare la corsa e la memoria di Michele che di sicuro avrebbe sputato l'anima per questo Giro d'Italia, perciò dobbiamo fare altrettanto".
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