In un murales del campo Piramide di Sorso rivive Efisio Perandria, recentemente scomparso a 78 anni, uno dei simboli del calcio non solo della cittadina della Romangia, ma di tutta la provincia di Sassari, in cui era notissimo.

Perandria non era un calciatore, nemmeno un dirigente: era un grande  uomo di sport, per tanti anni il capo indiscusso dei "Lions", tra le tifoserie più vivaci e allegre del calcio in Sardegna. Una tifoseria che ha conosciuto negli anni 80 i fasti della serie C, in cui tra i biancocelesti giocò ad esempio Leonardo Semplici, l'ex allenatore del Cagliari appena esonerato, allora (1988) alla sua prima esperienza da professionista.

Una torcida che vide in panchina come allenatore il grande Amarildo, ex campione del mondo col Brasile nonché ex attaccante di Botafogo, Milan e Fiorentina. Di Amarildo il super tifoso Efisio Perandria era grande amico. Il brasiliano, nato in una favela di Rio e uomo di popolo, amava andarlo a trovare nel suo circolo, soprattutto per mangiare la "fainè" e bere un buon bicchiere di vino, rigorosamente prodotto a Sorso.

Efisio Perandria in quegli anni, e anche nei successivi, era a suo modo uno dei re del calcio. Gentile, spiritoso, di gran classe, era amatissimo da tutti, conosciuto e rispettato in ogni campo sportivo. I giovani Lions lo hanno voluto onorare con una bella raffigurazione, seduto su un tamburo e con l'immancabile sombrero messicano in testa. Un disegno semplice, commovente e carico di affetto, per una persona ricca di valori umani e degno rappresentante di un calcio forse antico, ma per questo più affascinante.

"Efisio meritava questo murales - commenta Pier Mario Fenu, suo grande amico e attuale presidente del Sorso calcio, società che attualmente milita in Seconda categoria -. Era un vero signore, un punto di riferimento per tanti giovani, una di quelle persone che hanno onorato lo sport, l'amicizia e i valori della vita. Quelli che purtroppo si stanno perdendo".
 

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