Eccola la vittoria del cuore, quella che fa innamorare i tifosi. Il 2-1 alla Samp non è soltanto una corroborante iniezione di punti che porta il Cagliari in una zona meno assillante della classifica, con annesso sorpasso ai blucerchiati.

È soprattutto la prova che questa squadra può stare in serie A e giocarsela con tutti, a patto che sappia mettere in campo tutto ciò che ha dentro.

Il cuore appunto, quello che ha consentito ai rossoblù di reagire all'ingiusta rete del pareggio sampdoriano e riacciuffare (con una meritata dose di fortuna) i tre punti che sembravano sfuggiti.

Favola nella favola, la rete al 43' del secondo tempo, firmata da quel Federico Melchiorri che dal primo aprile non vedeva campo e che era entrato un quarto d'ora prima al posto di un Sau dall'atteggiamento esemplare.

Un vero capitano. È stato l'ennesimo brivido di una serata che aveva giá proposto, nel primo tempo, la magia di Padoin trasformata in gol da Joao Pedro e molti sprazzi di buon gioco del Cagliari, schierato da Rastelli attorno al regista Tachtsidis, preferito a Di Gennaro.

Dall'infortunio di Marco Storari, che in segno di pace con la curva si era presentato in campo senza la fascia di capitano.

Auguri a lui. Nella ripresa, con la Samp (reduce da tre sconfitte) tutta protesa in avanti, è salito al proscenio Bruno Alves, osannato dal pubblico che, ad ogni tocco, gli ha riservato il coro "Bruno Bruno" come a un eroe.

Nel finale, peró, tutto questo sembrava vanificato da un pallone perso da Barella (probabile carica irregolare ai suoi danni), che diventava in pochi istanti invito da non fallire per il neo entrato Fernandes: 1-1. Rastelli, furibondo si faceva espellere. Quando tutto sembrava perso, l'errore di Viviano lasciava Melchiorri, servito da Tachtsidis, libero di appoggiare a porta vuota. Un gol liberatorio, per lui. Per il Cagliari.

L'allenatore del Cagliari applaude la squadra, si rallegra per Melchiorri e spiega il motivo per cui Storari ha ceduto la fascia a Sau.

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