Lo scudetto del Cagliari all’Università. L’epopea rossoblù oggetto di studio e di ricerca. Massimo Baioni, docente di Storia Contemporanea alla Statale di Milano, si è avvicinato a quel Cagliari da tifoso.  Alla passione sempre forte (“Sono felicissimo per la salvezza”) ha unito l’interesse dello storico. Dal saggio, dedicato a quell’impresa sportiva e pubblicato nei mesi scorsi sulla rivista “Passato e presente,” si è sviluppato il suo intervento al convegno “La provincia alla riscossa. Calcio, politica e società negli anni Settanta e Ottanta” che si è svolto proprio alla Statale per iniziativa del Dipartimento di Studi Storici. «Oltre ai casi eclatanti di Cagliari e Verona, vincitori del campionato nel 1970 e 1985, - spiega-  le relazioni si sono soffermate su alcune compagini, tra le varie altre possibili, che in quegli anni si ritagliarono un ruolo da protagonista: il Lanerossi Vicenza, il Perugia, l’Avellino, il Pescara. Per molti motivi non era possibile non partire dal Cagliari e dalla sua vittoria del 1970, che rappresenta la prima grande esplosione della provincia calcistica nel dopoguerra. La recente scomparsa di Riva è stata anche l’occasione per tornare a quell’evento memorabile: la straordinaria ondata di cordoglio e affetto verso Rombo di Tuono, che ha largamente valicato i confini della Sardegna, è un dato in sé meritevole di attenzione: rinvia evidentemente a un fenomeno più profondo, che aiuta anche a ripensare storicamente il ruolo del calcio e il suo rapporto con la società italiana in anni densi di trasformazioni più generali».

Rombo di tuono

L’analisi di Massimo Baioni è partita, inevitabilmente, da Gigi Riva: «Resta l’indiscusso artefice primario di quella storia, colui che ha reso possibile catapultare Cagliari e la Sardegna all’attenzione nazionale, contribuendo a fissarli nell’immaginario sportivo. Tuttavia il significato dell’exploit sportivo va compreso alla luce di una varietà di fattori che uniscono il piano calcistico ad altri livelli di indagine. C’è anzitutto lo spessore qualitativo di una squadra che possiede molti giocatori di alta qualità e un allenatore atipico, Manlio Scopigno, che sa utilizzarli al meglio: per quattro anni, tra 1968 e 1972, il Cagliari è tra le pretendenti alla vittoria finale, e solo una serie di circostanze sfortunate impedisce di bissare la vittoria del 1970».

Un’isola alla ribalta

 E lo scudetto mette in mostra una Sardegna diversa, oltre i luoghi comuni e gli stereotipi:  «Giornalisti e scrittori si interrogano sull’importanza dell’evento, lo prendono a pretesto per far conoscere meglio la Sardegna all’opinione pubblica italiana. Nei reportage più acuti, il ritratto delle bellezze paesaggistiche dell’isola lascia spazio all’analisi dei problemi ancora insoluti e il successo calcistico diventa lo specchio nel quale si rifrangono le tante contraddizioni che ritardano lo sviluppo economico e sociale della regione». Tra i contributi che hanno arricchito il confronto sul cammino di gloria delle provinciali del calcio anche quello di Marco Pignotti, docente di Storia contemporanea all’Università di Cagliari, che si è occupato del caso Verona, un altro trionfo sportivo, con la firma di Osvaldo Bagnoli, che ha lasciato il segno nella storia del pallone.



 

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