Il calcio lo hanno inventato loro: gli inglesi. Il primo regolamento ufficiale venne stilato nel 1848 al Trinity Collage di Cambridge, corretto nel 1862 a Sheffield, anno in cui venne fondata la prima società.

Il pallone in italia arrivò quasi 40 anni più tardi. Da allora abbiamo sofferto il calcio inglese per altre 70 stagioni. Mortificante fu lo 0-4 di Torino del maggio 1948, quello in cui nacque il gol alla Mortensen, un tiro-cross effettuato dalla linea di fondo che superò il grande Valerio Bacigalupo.

L'Italia dovette aspettare il 14 giugno 1973 per battere la prima volta gli inglesi: a Torino, reti di Anastasi e Capello. Esattamente 5 mesi dopo ( 14 novembre 1973) la prima vittoria a Wembley, ancora rete di Capello, su tiro cross di Giorgione Chinaglia.

Da quel giorno la ruota ha girato quasi sempre in favore degli azzurri. Gianfranco Zola, il 12 febbraio 1997, diede un grande dispiacere ai Leoni, sua la rete con cui la Nazionale riuscì ancora ad espugnare Wembley. Nel frattempo c'erano state le vittorie italiane dell'Europeo 80' e di Italia 90', 2-1 nella finalina per il terzo posto di Bari.

Anche ai mondiali brasiliani del 2014 gli inglesi persero 2-1. Stasera alle 21 i Bianchi vorranno sbarrare il passo alla storia degli ultimi decenni. Una nazione si aspetta la loro rivincita ed un titolo ufficiale che manca dal campionato mondiale del 1966. Era la squadra dei due grandi Bobby: Moore e Charlton.

Questa sete può essere la loro forza, ma anche la loro debolezza. In realtà gli inglesi temono come la peste la fantasia e il cinismo italiano  sul campo. L'Italia invece fa della serenità e della freschezza ( un giorno in più di riposo) la sua arma migliore. In Inghilterra gli azzurri devono riappropriarsi dello spirito della battaglia di Highbury, datata Londra 14 novembre 1934, una partita persa dall'Italia 3-2 contro i maestri del calcio.

Meazza stringe la mano al capitano inglese (foto Tellini)
Meazza stringe la mano al capitano inglese (foto Tellini)
Meazza stringe la mano al capitano inglese (foto Tellini)

Quell'aspra contesa è ancora la più  famosa tra le due squadre. Dopo 12 minuti l'Italia ( campione del mondo, ma gli inglesi non vi parteciparono) perdeva 3-0. Gli italiani non si persero d'animo e in un clima ostile nel secondo tempo reagirono alla grande e si portarono sul 2-3 grazie ad una doppietta di Giuseppe Meazza, che a pochi minuti dalla fine colpì la traversa a portiere battuto. Luisito Monti, il mediano azzurro, gioco in pratica tutta la partita col piede sinistro fratturato ( allora non c'erano sostituzioni). Il pubblico alla fine fu costretto ad applaudire gli azzurri.

Ora il calcio è decisamente diverso, ma nella squadra italiana non c'è un campione dalla classe cristallina di Giuseppe Meazza e neppure un centravanti degno di Angelo Schiavio. La squadra di Mancini però è un collettivo tosto, duro da affrontare per chiunque. A Wembley deve riportare quel formidabile spirito di Highbury. Con un risultato diverso. Ovviamente. Sarebbe un bel regalo da dedicare agli italiani e a quei gloriosi campioni di Vittorio Pozzo che non ci sono più.
 

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