Il Cagliari a San Siro, Mazzarri: “L’Inter è una corazzata, ma dobbiamo provarci”
Il mister ritrova i nerazzurri (che ha allenato 7 anni fa): “Ci vuole coraggio, faremo quello che possiamo”
Walter Mazzarri (L'Unione Sarda - Solinas)
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Il Cagliari a San Siro contro l’Inter campione d’Italia. Una gara con tanti incroci simbolici e tanti ex: da Nicolò Barella a Diego Godin, passando Dalbert e soprattutto per Walter Mazzarri, sulla panchina nerazzurra nella stagione 2013-2014. È proprio il mister – che in queste ore ha perso Nandez, vittima di un affaticamento ai flessori della coscia destra e dunque indisponibile - a fare il punto alla vigilia della sfida.
"L’Inter è una corazzata - ha detto il tecnico rossoblù - ma noi faremo di tutto per metterli in difficoltà. Ci vuole coraggio, cercheremo di pressare alto. Loro sono bravissimi, ma noi proveremo a fare quello che possiamo".
"La difesa nerazzurra ha i tre migliori della A - ha spiegato Mazzarri - e a centrocampo sappiamo chi c'è. Sarebbe molto importante farci rincorrere per non lasciare a loro il pallino del gioco: lì magari possiamo metterli in difficoltà".
"La squadra – ha sottolineato poi il mister - ha cambiato atteggiamento nelle ultime gare - ha detto - ed è più compatta: ci sono dei meccanismi che migliorano di volta in volta. Dovremo stare attenti soprattutto nel palleggio e nella fase di uscita cercando di evitare errori che potrebbero costare molto cari".
Mazzarri ha anche analizzato i ripetuti cali di tensione, forma e gioco che hanno caratterizzato i secondi tempi di molte partite del Cagliari: "È il risultato della situazione bisogna considerare che siamo stati tartassati dagli infortuni e tornare in forma non è semplice. Ma ultimamente stiamo migliorando".
Testa all’Inter, insomma, ma anche uno sguardo ai successivi, impegni, contro Udinese e Juventus: "Non faccio pronostici o tabelle - ha proseguito Mazzarri - noi dobbiamo provare a raccogliere punti con tutti, poi tireremo le somme".
Infine, qualche parola sul suo passato a Milano: “Un'esperienza positiva - ha ricordato - ero nel posto giusto nel momento sbagliato, ma nessun rammarico: era una fase di transizione anche con la costruzione della rosa. Con una squadra diversa la storia sarebbe stata un'altra".
(Unioneonline/l.f.)