Chi sale: Marko Rog

La fascia da capitano gli penzola sul braccio, mostra i segni della battaglia. Ogni palla è una questione di vita o di morte e se i compagni avessero solo un terzo della sua rabbia agonistica e della sua tenacia magari il Cagliari non sarebbe in questa situazione in classifica. Sempre sul pezzo. Sin quando fa male, sin quando ce n’è. Sarà pure al 70% dal punto di vista atletico (dopo un doppio crociato non può tornare al top dall’oggi al domani e ci sono comunque degli imprevisti fisiologici), ma la qualità è sempre al 100%. E i suoi strappi aprono corridoi e soluzioni. Meglio lui con una gamba sola che qualsiasi altro centrocampista della rosa, forse. Di sicuro, può essere l’uomo della svolta.

Chi scende: Antoine Makoumbou

Tacchi e tocchetti fini a se stessi. Gli piace corteggiare il pallone, sin troppo. Intanto, la squadra perde il filo del discorso, ritmo e chance, mentre l’avversario, in questo caso la Reggina, ha il tempo di posizionarsi. Come se giocasse una sua partita nella partita. Tutto quel talento sprecato, insomma. Dà la sensazione di poter tirare fuori la stoccata risolutiva da un momento all’altro, ma il colpo resta sistematicamente in canna, per quanto sia bravo a smistare in mezzo al campo. Anche in copertura si prende troppe pause e resta immobile a guardare Gagliolo saltare e schiacciare in rete senza muovere un dito. Non a caso, è il primo a uscire, già nell’intervallo.

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