Un esordio così, forse, non aveva osato neanche sognarlo. Sabato scorso, al debutto assoluto nell'A2 Femminile di basket, Isabella Ingenito, 17enne argentina della Techfind Selargius, ha sorpreso tutti: responsabilizzata da coach Righi, che le ha concesso oltre 20 minuti sul parquet, la guardia da Buenos Aires ha sorpreso tutti mostrando faccia tosta e coraggio da vendere già dal debutto: per lei 13 punti, 4 rimbalzi e 3 assist preziosi per permettere alle giallonere di spegnere le resistenze della Tecnoingeneering Moncalieri. 

Desideroso di allargare il suo bacino di reclutamento oltre i confini regionali e italiani, il San Salvatore ha scovato il suo talento, sbocciato in patria tra l'Union Florida e la nazionale giovanile albiceleste, con cui l'anno scorso ha conquistato il terzo posto all'Americas Championship Under 16 viaggiando a quasi 10 punti di media. Qualche mese fa la proposta di trasferimento in Sardegna, colta senza esitazioni.

«Da tempo avevo l'idea di trasferirmi in Italia», dice Ingenito, «la mia famiglia è originaria della provincia di Salerno. Mio padre è nato in Argentina, ma ha anche la cittadinanza italiana, mentre mio fratello allena da qualche anno a Ladispoli. Nel tempo ho valutato varie proposte arrivate dalla Penisola, ma nessuna soddisfava pienamente le mie aspettative. Quando a contattarmi sono stati i dirigenti del San Salvatore, invece, non ho avuto esitazioni e ho cercato il primo volo disponibile da Buenos Aires a Cagliari».

Con l'ambiente del PalaVienna è stato amore a prima vista: «A Selargius mi sono trovata molto bene fin da subito», rivela, «sono stati tutti molto accoglienti fin dal primo istante, facendomi sentire subito una di famiglia e aiutandomi nell'ambientamento. L'ambiente è talmente familiare che non mi fa sentire tanta nostalgia del mio Paese. Le mie compagne dei gruppi giovanili Under 19 e Under 17 sono fantastiche, mi sembra di conoscerle da sempre».

In campo c'era da sostituire un pilastro del calibro di Marta Granzotto. Ma alla "prima", Ingenito è parsa tutt'altro che timida: «Vero, ma prima del match mi sentivo molto nervosa», confessa, «solo a mezzogiorno ho realizzato di essere stata convocata per la partita della sera. Durante il riscaldamento ho cercato di godermi il momento senza dare troppo spazio ai pensieri. Questo, unito alla fiducia mostrata dal coach e dalle compagne, mi ha aiutato a entrare in campo con maggiore calma. Poi ho rotto definitivamente il ghiaccio grazie al calore dei tifosi subito dopo il primo ingresso in campo».

L'idolo, come per ogni argentino che si rispetti, non può che essere Manu Ginobili. Mentre il sogno nel cassetto «per ora è aiutare la Techfind a ottenere i migliori risultati possibili in tutte le competizioni», conclude, «poi, chissà, sarebbe bello un giorno poter esordire in A1 con questa maglia».

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