"Ho la mia casa, vivo da sola, sono sollevata di non rischiare di portare il virus ai miei genitori. Da qualche giorno non suonano nemmeno le campane a morto".

Sofia Goggia racconta la sua quarantena a Bergamo, una delle città più colpite dal Coronavirus. La campionessa di sci ha spiegato come stia vivendo la situazione in una intervista a La Gazzetta dello Sport: "Quando è scoppiato tutto, io ero al mare, sono tornata con la quarantena appena cominciata, c’era come una coltre di gelo, di paura, per le strade. Un silenzio rotto solo dalle sirene delle ambulanze che sfrecciavano, dalle campane della chiesa di Ponteranica che suonavano a lutto. Agghiacciante".

La 27enne è una vera e propria leggenda azzurra grazie al titolo olimpico in discesa libera a cui vannno aggiunti tanti altri riconoscimenti a livello nazionale. Ama la sua città come non mai.

"Ho visto una dignità commovente – prosegue la Goggia a proposito dei suoi concittadini -. Noi bergamaschi non facciamo tante storie. Non ci lamentiamo, se c’è da lavorare lo facciamo in silenzio; se c’è da soffrire, lo stesso. Sento molto questa cosa".

La Goggia ha chiuso la stagione con la frattura del braccio, ma è fiduciosa per il futuro: "Dopo quattro anni a duecento all’ora mi sono fermata e mi si delinea con chiarezza quale sarà il percorso. Dovrò ripartire dal lavoro tecnico, voglio costruire un percorso di solidità. I tasselli andranno tutti a posto, il primo è che devi mettere a posto te stessa. Ora sto bene".

(Unioneonline/M)
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