Se è vero che all’Olbia è cambiato l’inquilino della panchina, con Roberto Occhiuzzi che ha sostituito Max Canzi dopo due stagioni in crescita nel campionato di Serie C, la continuità in casa dei galluresi potrebbe passare per il modulo.

Il modulo. Nella sua pur breve esperienza da allenatore l’ex Cosenza ha dimostrato di prediligere il 3-4-1-2, sistema di gioco adottato dal predecessore per buona parte dell’ultimo torneo per provare ad arginare l’importante passivo di gol che ne aveva caratterizzato l’avvio. Ma Occhiuzzi non disdegna il 3-5-2 né il 4-3-1-2, moduli applicati dall’Olbia sia con Canzi che con i suoi predecessori. Facile intuire che nella scelta della società di puntare sul 43enne tecnico emergente l’argomento avrà avuto il suo peso, anche se ciò che ha fatto la fortuna dei bianchi nella stagione culminata con la conquista degli storici playoff per la B è stata la capacità di cambiare pelle in corso d’opera. Una qualità che l’Olbia ha potuto sfruttare grazie alla versatilità dei suoi interpreti, oltreché all’intuizione di Canzi e del suo staff, e che pone oggi l’accento sulla squadra che sarà.

Le novità. In particolare a centrocampo, dove prestiti come quelli di Lella, Biancu e Ladinetti, di proprietà del Cagliari, e del figlio d’arte Chierico, tesserato Genoa, potrebbero non essere rinnovati, con conseguente caccia ai sostituti sul mercato e riflessioni su modulo e tattiche prossime venture.

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