È una storia lunga 90 anni, cominciata con un gruppo di giovani braccianti, un pallone e il sogno di un imprenditore, Luigi Iacuzzi, di fondare una squadra di calcio. Tutto ebbe inizio il 28 luglio 1933 ad Arborea, centro appena bonificato popolato di allevatori e agricoltori provenienti da diverse regioni d’Italia: quel giorno nacque l’Unione sportiva Arborea, oggi una delle società sportive di calcio tra le più longeve della Sardegna.

Tanti i giovani che hanno corso sul campo sportivo di via Sant’Anna, oggi dedicato al compianto Gino Neri. Ragazzi che hanno inseguito un gol e che oggi vedono giocare i propri figli e nipoti. Tra questi c’è anche Gino De Vecchi, noto Ciccio. Militò come ala sinistra dal 1955 al 1967, negli anni del passaggio dalla prima divisione al girone unico della Sardegna. «Abbiamo giocato da La Maddalena a Sant’Antioco. Eravamo 20 ragazzi, quasi tutti di Arborea, qualcuno di Cagliari, Terralba e Oristano. L’allenatore era Franco Ciccone, arrivato ad Arborea dalla Romagna per lavorare», racconta De Vecchi. Non era semplice conciliare la vita delle campagne con la passione per il calcio: «Ogni mattina mi allenavo e la sera lavoravo in stalla. Le partite si svolgevano la domenica sera. C’era anche una paga: se vincevamo, ci davano 1000 lire, se pareggiavamo 500 lire. Parte del denaro serviva per pagare una persona che mi sostituiva in stalla», prosegue De Vecchi. Gli stessi mezzadri davano il loro contributo per finanziare la società sportiva: «In base alla loro disponibilità, c’è chi dava latte e mais, per far proseguire le attività della squadra», spiega.

«Indossavamo una maglia gialla di lana con la scritta blu “Arborea”, anche nelle serate più calde. Erano realizzate dalle sorelle Bruna e Maria Peruffo», ricorda l’ex calciatore. Ancora oggi, per il colore che da sempre ha distinto le divise, i tifosi chiamano affettuosamente “canarini” i giocatori dell’Arborea. Come oggi, anche allora c’era rivalità con la Tharros di Oristano: «Si lottava durante le partite. Una volta mi sono infortunato un braccio – fa sapere De Vecchi – Ma ho tanti bei ricordi. Come quella volta che ho segnato tirando un calcio d’angolo o quando ho fatto quattro gol, oppure quando si andava a ballare dopo le partite». Storie come queste si ricorderanno sabato 16 settembre in un evento che commemorerà anche i 70 anni della cooperativa pescatori Sant’Andrea e i 40 anni della Pro loco, al centro fieristico alle ore 18. «Dal 2017 la prima squadra è in Promozione, l’anno scorso è arrivata seconda in Coppa Italia, dove in finale ha indossato la maglia dei 90 anni. Insieme all’under 18, sono 40 i calciatori tesserati all’U.S. Arborea. In paese non c’è nessuna famiglia che non abbia avuto un calciatore», commenta il presidente della società sportiva, Gianfranco Atzeni.

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