L’atletica leggera va oltre il risultato, valica l’aspetto cronometrico e si nutre di silenzi, sacrifici e dedizione. Dedizione che non manca a Stefano Floris, uno dei mezzofondisti più forti in Sardegna che della longevità ha fatto il suo marchio di fabbrica. Il portacolori della Cagliari Atletica Leggera, 42 anni seguito dall’esperto Ferdinando Vicari, affronta la sua ventitreesima stagione agonistica con la determinazione e l’entusiasmo degli esordi quando, avvicinatosi al mondo della corsa tramite la scuola, nel 1999 cominciò la sua avventura in una disciplina che non smette di emozionare e offrire spunti di riflessione.

I tempi. Campione sardo sui 5000 nel 2020 e nel 2021, anno in cui ha fatto suo anche il titolo regionale sui 10000, Floris ha realizzato negli anni tempi di assoluto rispetto che, con un pizzico di fortuna in più, sarebbero potuti essere ancora migliori: negli 800 presenta 1’59’’51 siglato nel 2009, sui 10000 31’52’’17 ottenuto lo scorso anno, nella mezza maratona 1h09’56’’, sui 3000 siepi corsi totalmente in solitaria dall’inizio alla fine ha abbattuto, nel 2013, il muro dei 10 minuti con 9’58’’46. Il suo anno migliore è stato il 2012: dieci anni fa, infatti, il cagliaritano fece 3’59’’12 sui 1500, vinse il Meeting Terra Sarda ad Oristano sui 3000 imponendosi in 8’35’’47 e, sempre nella pista di Oristano, vinse i campionati sardi di società sui 5000 sotto un nubifragio realizzando un ottimo 15’02’’21. Il 2022 è cominciato in maniera egregia e, la scorsa settimana in occasione dei Cds al ‘’Santoru’’ di Cagliari’’, Floris ha colto sui 1500 il secondo posto – dietro a un coriaceo Gabriele Motzo dell’Isolarun – realizzando il tempo di 4’01’’92. Un tempo di valore, che dimostra la velocità di base dell’atleta e il suo desiderio di continuare a mettersi in gioco.

Gli allenamenti. Il tempo, inevitabilmente, scorre ma chi ama l’atletica sa bene che ciò non rappresenta un ostacolo bensì uno stimolo. “Mi alleno tutti i giorni, alternando lo sport al lavoro’’, conclude Floris. “Svolgo due lavori specifici alla settimana, uno veloce e uno di potenza aerobica, non mancano gli esercizi e le sedute di forza. Obiettivi? Nessuno, non me ne pongo. Ho imparato negli anni a non caricarmi di aspettative, godendomi ogni allenamento e ogni gara. Questa è l’atletica e su ciò bisogna costruire il rapporto tra tecnico e atleta. Un rapporto che va ben oltre il raggiungimento dei risultati ma che significa unione, credere in qualcosa e farlo insieme con passione e umiltà’’.

© Riproduzione riservata