Parafrasando l’allenatore Zé Maria, a 10 giornate dalla fine del campionato di Serie D per l’Olbia ogni partita sarà una finale. A cominciare dal match col Trastevere, in programma domenica al “Nespoli” alle 14.30.

Con 24 punti in classifica, 4 di distanza dalla zona tranquilla e la soglia minima per salvarsi direttamente stimata intorno ai 42 punti, i bianchi dovranno farne almeno 18, con una media di 1,8 a partita. La media attuale è di un punto, che sale a 1,38 sotto la gestione di Zé Maria, col quale i galluresi hanno collezionato cinque vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte per un totale di 18 punti. Un trend che se fosse confermato da qui alla fine della stagione regolare varrebbe 38 punti in classifica, e, dunque, i playout.

Il disastroso avvio dopo la retrocessione diretta, caratterizzato da sette sconfitte, tre pareggi e una sola vittoria (con tre cambi in panchina), non è stato compensato da una ripresa netta, a maggior ragione se l’obiettivo iniziale sbandierato dalla proprietà svizzera era il ritorno immediato in Serie C. Zé Maria vanta la media punti più alta, ma per salvare la categoria l’Olbia dovrà superarsi, anche perché gli scontri diretti sono ridotti ai minimi termini: a meno di imprese contro le “big” Puteolana (in trasferta) e Sarnese e Gelbison (in casa, dove i bianchi vanno meglio), l’Olbia potrà scalare la classifica solo battendo Trastevere, Savoia, Cynthialbalonga e Atletico Uri, mentre contro Atletico Lodigiani, Costa Orientale Sarda e Terracina dovrà stare attenta a non farsi scavalcare.

La classifica è cortissima, con sei squadre concentrate in 4 punti in zona retrocessione, tra la Cos, ultima a quota 21, e l’Atletico Uri, tredicesima con 25 punti, ma neppure la Cynthialbalonga, settima con 34 punti, può dormire sonni tranquilli. Solo dalla Sarnese (sesta a quota 41) in su, fino alla capolista Cassino (49 punti), si lotterà per la promozione, diretta o tramite i playoff. Ciò che potrebbe accorciare ulteriormente la classifica e abbassare la soglia salvezza a vantaggio di chi, come l’Olbia, è costretto a rincorrere sperando (anche) nelle disgrazie altrui.

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