Andrew Marie-Sainte è a Olbia. Il nuovo difensore, classe 1998, voluto fortemente da Marco Amelia con cui ha condiviso l’esperienza di Livorno quattro anni fa, si allenerà col resto della squadra che torna al lavoro oggi per preparare la trasferta in casa del Latte Dolce.  

E chissà che per allora, in porta, non ci sia anche Federico Marchetti, il quarantunenne ex Cagliari e in pole per piazzarsi tra i pali dei bianchi. 

All’appuntamento sassarese dopo la sconfitta interna subita con l’Ilvamaddalena al debutto nel campionato di Serie D, l’Olbia dovrà arrivare pronta anche e soprattutto sul piano mentale. Nel post derby di domenica, Amelia ha analizzato con lucidità lo 0-3 subito a domicilio dalla neopromossa formazione gallurese, che ha dilagato nel finale in doppia superiorità numerica per le espulsioni tra i padroni di casa di Arboleda e La Rosa, dominando per buona parte del match durante il quale ha creato molto più dei bianchi.

«Hanno giocato con un po’ più di coraggio, che in qualcuno di noi è mancato, e questo come allenatore mi dà fastidio, anche se so che ci posso lavorare. Poi, se qualcuno non troverà questo coraggio, di prendersi anche delle responsabilità – ha spiegato Amelia – vorrà dire che sul mercato abbiamo sbagliato. Ma spero che i ragazzi siano solo stati bloccati dal fatto di dover fare la partita».

Iniziare al meglio il campionato e riscattare la sconfitta di Coppa Italia. Un “peso” che ha giocato brutti scherzi ad Arboleda e La Rosa, espulsi al 37’ della ripresa sullo 0-1. Ciò che ha complicato i piani di rimonta dell’Olbia. «Quando stai costruendo per recuperare e succede quello che è successo – interviene a proposito Amelia – diventa tutto più difficile, ma fa parte del percorso di crescita. A cosa l’attribuisco? Alla troppa voglia di recuperare lo svantaggio da parte di due giocatori che hanno sofferto la retrocessione dell’anno scorso. In questo momento, però, non posso crocifiggere nessuno, fermo restando che senza le due espulsioni ce la saremmo giocata fino alla fine».

Peggio sono «gli errori di disattenzione sul primo e sul secondo gol», sottolinea il tecnico dei bianchi. «Il risultato brucia, ma voltiamo subito pagina. Quando arriva una sconfitta come questa bisogna essere bravi ad assimilarla al meglio e a non perdere di vista la cosa più importante, che è la voglia di migliorarsi, perché ci sono tanti giovani. E a superare le chiacchiere», aggiunge l’ex portiere campione del mondo. «Conosco bene la mentalità del calciatore, perché lo sono stato anch’io: quando si perde è sempre colpa di qualcun altro, invece ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, come io mi prendo le mie per la sconfitta».

Il ko è indigesto, ma non compromette la stagione. Che l’Olbia deve vivere da protagonista. «Provo a mettermi nei panni di chi gestisce la società, che compra una squadra che rappresenta una piazza che l’anno scorso è retrocessa: come può non dire che deve puntare a vincere il campionato?», commenta in conclusione Amelia. «Poi sta a me riequilibrare la situazione e lavorare per costruire, insieme ai dirigenti, il percorso per arrivare a quanto indicato dalla società, che mi sta dando tutto il supporto possibile. Da parte nostra, dello staff tecnico e dei consulenti della proprietà, posso dire che abbiamo le competenze per farlo: se sono venuto qua è perché penso di poter costruire il percorso che porterà l’Olbia a giocare fino alla fine per vincere il campionato».

© Riproduzione riservata