Alessandro Prato, il futuro del ciclismo sardo
Sedici anni, alfiere della Società Ciclistica Ozierese, è stato convocato dal commissario tecnico Edoardo Salvoldi per un raduno su pista Roma con i migliori Juniores d’Italia
Alessandro Prato, 16 anni, durante un allenamento (foto Mattia Lasio)
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Idee chiare, parole pronunciate con decisione e al contempo umiltà per un sogno da raggiungere con pedalate eleganti e caparbie: Alessandro Prato è uno dei fiori all’occhiello del ciclismo giovanile sardo, una delle promesse di maggior interesse a livello nazionale.
La convocazione. Sedici anni, alfiere della Società Ciclistica Ozierese, è stato convocato dal commissario tecnico Edoardo Salvoldi per un raduno su pista al centro di preparazione olimpica a Roma con i migliori Juniores di tutta la Penisola, attualmente in fase di svolgimento e che terminerà domani. Un momento importante per la crescita di un ragazzo che sa dove vuole arrivare, affiancato da figure di grande esperienza quali Piermario Tedde, presidente della Ozierese, e il direttore sportivo Giovanni Enna.
Un anno di successi. Il 2021 di Prato, al terzo anno dell’Istituto Tecnico Enrico Fermi, parla forte e chiaro grazie a risultati che non lasciano spazio a repliche: sette vittorie all’ultimo anno tra gli Allievi, tra cui spiccano quelle per distacco alla Coppa città di Serramanna e alla Vivet Cup di Ittiri, e piazzamenti di rilievo in manifestazioni di prestigio come il Piccolo Giro del Valdarno in cui è giunto sesto facendo sua la volata del gruppo inseguitore. Cinque allenamenti alla settimana, ottime doti di passista-scalatore, e chilometri macinati lungo i percorsi del Monte Pirastru, contraddistinto da morbide colline solcate dal Rio Mulinu, e le strade di Tula, Chiaramonti e Ploaghe. “Ho iniziato a correre a 9 anni nell’Ozierese, squadra in cui milito ancora oggi e che per me rappresenta un punto di riferimento unico’’, spiega Alessandro. “Il Monte Pirastru è una delle salite che preferisco, lì eseguo i lavori di forza che danno brillantezza sia a livello fisico che mentale’’.
Uno sguardo al futuro. Quali i suoi punti di riferimento? “Sicuramente i due sloveni Primoz Roglic e Tadej Pogacar oltre che il giovane belga Remco Evenepoel di cui apprezzo tantissimo la sicurezza’’, aggiunge. Il 2022 sta per entrare nel vivo e l’ozierese, che ama il silenzio delle montagne del nord Sardegna in cui è solito passeggiare e ritagliarsi attimi di riposo e riflessione, è pronto a un ulteriore salto di qualità, così da potersi distinguere tra i prim’attori del ciclismo nazionale tra gli Junior categoria in cui è appena passato. “Voglio esplorare i miei limiti’’, conclude. “Mi piacerebbe provare su pista anche l’inseguimento individuale e a squadre oltre che lo scratch, togliermi belle soddisfazioni nelle gare ricche di salite. Per me il ciclismo è una cura, significa libertà. Un toccasana che mi permette di sfogarmi e di crescere come atleta e come ragazzo’’.