Una data che i sardi non dimenticano è quella del 1962, anno in cui il Parlamento italiano approvò il Piano di Rinascita per la Regione Sardegna.

Un provvedimento volto a limitare, attraverso importanti misure legislative, l'emigrazione sarda aiutando nel contempo l'Isola ad uscire da una profonda crisi economica con interventi anzitutto legati a favorire l'industrializzazione e una ripresa delle attività agropastorali.

Al fine di agevolare, sulla scena nazionale, la migliore comprensione del Piano, venne dato incarico al regista Fiorenzo Serra di realizzare un documentario che mettesse in evidenza la reale arretratezza della Sardegna, e il lavoro che scaturì, "L'ultimo pugno di terra", uscito nel 1965, fu il ritratto amaro e imparziale di un grande ferita in seno al Paese, e di ciò che le stava attorno. Pur senza dimenticare i frammenti di vita festosi e l'accenno di modernizzazione che l'Isola riusciva caparbiamente a manifestare.

Nel 2008 "L'ultimo pugno di terra" avrebbe subito un primo restauro, e oggi rivive nel documentario di Peter Marcias, "Uno sguardo sulla Terra", che con occhio attento e indagatore, oltre che profondo riguardo per la sua terra d’origine, mette in scena un confronto volto a dimostrare come la poetica delle vecchie immagini della Sardegna non sia cambiata per chi quella terra la vive ogni giorno.

Presentato il 24 aprile scorso a Nuoro, il film ha aperto dunque un tour che proprio dalla Sardegna parte, e dopo lo spettacolo di ieri a Sassari arriva oggi a Cagliari (cinema Odissea), domani a oristano (Cinema Ariston), il 12 maggio ad Alghero (Teatro Civico), e quindi il 13 a Firenze, il 15 a Torino e il 30 maggio a Milano.

"Spero vi farà piacere vederlo", commenta Marcias dalle sue pagine social, e il suo invito è già stato accolto da decine e decine di commenti entusiastici.

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(Unioneonline/v.l.)
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