Uma Thurman rompe il silenzio e dà la sua testimonianza su Harvey Weinstein, il produttore cinematografico di Hollywood accusato da numerose attrici di molestie sessuali.

Nel novembre scorso la star di "Pulp Fiction" e "Kill Bill" aveva lasciato intendere di aver avuto anch'essa brutte esperienze tra le "grinfie" di Weinstein, con un post sui social con l'hashtag #metoo (anche io) e il messaggio "Per te neanche una pallottola".

Oggi, in un'intervista al New York Times, entra nei dettagli, raccontando due episodi specifici.

Nel primo - risalente al 1994 - il produttore si era spogliato in sua presenza in un albergo a Parigi, nel corso di un colloquio. "Non mi sono sentita minacciata - ha spiegato Uma - bensì ho pensato che Weinstein fosse solo una persona eccentrica e bizzarra".

In occasione di un secondo incontro, invece, a Londra, "è stato come un colpo alla testa - dice la Thurman - Mi ha spinto. Ha provato a 'esibirsi'. Ha fatto ogni genere di cose spiacevoli, ma non ha utilizzato tutta la sua forza per costringermi".

"Ero come un animale - conclude l'artista - che cerca di sfuggire alla presa, come una lucertola. E facevo tutto il possibile per riprendere il controllo della situazione".

(Unioneonline/l.f.)

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