Immancabile a ogni stagione natalizia, “Mamma, ho perso l’aereo” è ancora oggi, fin dal suo debutto nel 1990, l’appuntamento ideale per riunire la famiglia e creare l’atmosfera adatta a trascorrere insieme le festività. Diretto da Chris Columbus - che anni dopo avrebbe curato i primi due capitoli della saga cinematografica di “Harry Potter” - l’esilarante commedia con protagonista Macaulay Culkin festeggia quest’anno il suo 35° anniversario ed è tornata per l’occasione nelle sale con una settimana di programmazione in una versione restaurata in 4K.

Conquistando ancora oggi i salotti grazie a un mix inimitabile di trovate geniali e adrenalina, il film racconta le vicende di Kevin Mccallister, un bambino dimenticato in casa dai genitori il giorno di Natale e finito nel mirino di due malintenzionati scassinatori pronti a mettere a soqquadro l’abitazione. Ricordato come il più grande successo commerciale degli anni ‘90 dopo “Ghost”, e come una delle commedie con l’incasso più alto di sempre, “Mamma, ho perso l’aereo” deve gran parte della sua fama anche all’indimenticabile colonna sonora firmata da John Williams e al contributo di acclamati interpreti, tra cui Joe Pesci e Daniel Stern.

Proprio quest’ultimo, noto per il ruolo di Marv, ha preferito non partecipare agli eventi per l’anniversario del film, essendosi da tempo allontanato dal mondo dello spettacolo per vivere in modo più riservato. L’attore, infatti, ha lasciato Hollywood per trasferirsi in una fattoria nella Ventura County, in California, dove vive con la moglie, alleva bovini, coltiva agrumi e si dedica alla scultura. In un messaggio pubblico ha dichiarato: «Non lascio la mia fattoria. Non è un'offesa al film. È solo che, per una telefonata o una call su Zoom ci sono. Però sono un po' un tipo casalingo».

Convinto che il successo di “Mamma, ho perso l’aereo” continuerà ancora a lungo, ha aggiunto: «Lo sapevo che era un gioiello di film. John Hughes ha scritto il copione più divertente che abbia mai letto. Cioè, stavo rotolando per terra dalle risate mentre lo leggevo. Era così divertente, ma anche pieno di cuore e, sai, il bambino e il vicino che lo salva, lui e la madre che si ricongiungono... era davvero emozionante. Era così divertente, era così vero, e quindi questo lo sapevo. Speravo che stessimo facendo un grande film. Non avevo idea, ovviamente, nessuno poteva, della longevità che avrebbe avuto».

Ma anche per chi ama ancora l’originale senza segni di stanchezza arriva una notizia difficile da ignorare: a sorpresa, Macaulay Culkin, - attualmente impegnato nel tour itinerante intitolato “A Nostalgic Night with Macaulay Culkin”, sempre nell’ambito del 35° anniversario - ha dichiarato di essere disposto a tornare nei panni del personaggio, con un eventuale sequel che dovrà però esser realizzato con grandi aspettative. Sembrerebbe persino che Culkin abbia già qualche idea sul potenziale sviluppo del progetto. Ha raccontato: «Mi è venuta questa idea. Sono o un vedovo o un divorziato. Sto crescendo un figlio e tutto il resto. Lavoro molto e non gli presto abbastanza attenzione e il bambino inizia a seccarsi con me e poi resto chiuso fuori casa. (Il figlio di Kevin) non mi fa entrare... ed è lui a preparare le trappole per me».

Chiarendo ulteriormente la genesi del concept, ha aggiunto: «La casa sarebbe una sorta di metafora della nostra relazione. Il mio personaggio dev'essere riaccolto nel cuore del figlio, una cosa del genere. È l'elevator pitch più vicino che ho. Non sono completamente allergico (al sequel) se è la cosa giusta».

Un’idea, quella de sequel, su cui Columbus si è invece sempre mostrato scettico. Ricorda infatti l’epoca di “Mamma, ho perso l’aereo” come un momento cinematografico unico e irripetibile, al punto che tentare di ricrearlo oggi danneggerebbe il franchise: «Penso che Mamma, ho perso l'aereo esista davvero quasi come un pezzo d'epoca, ma è stato un momento molto speciale, e non puoi davvero ricatturarlo. Penso che sia un errore cercare di tornare indietro e riprendere qualcosa che abbiamo fatto 35 anni fa. Penso che dovrebbe essere lasciato in pace».

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