“The Penguin”: il regista dello spin-off omaggia Matt Reeves e il suo “The Batman”
La serie si incentra sul personaggio controverso di Oswald Cobblepot/Il Pinguino interpretato da Colin FarrellFresca di debutto lo scorso 20 settembre sul servizio Sky e Now, la serie spin-off “The Penguin” è finalmente pronta a far vivere sul piccolo schermo le emozioni di mistero e inquietudine conosciute nella Gotham del precedente “The Batman” di Matt Reeves, con un focus particolare sul personaggio controverso di Oswald Cobblepot/Il Pinguino interpretato da Colin Farrell, chiamato ad assumere un ruolo predominante tra i giochi di potere e le ardite macchinazioni dei nuclei criminali che infestano la città.
Orientandosi al genere del gangster movie prima ancora che agli adattamenti televisivi tratti dai fumetti, “The Penguin” mostra l’ascesa del villain subito dopo gli eventi conclusivi del film sull’Uomo Pipistrello, da scagnozzo di Carmine Falcone a primo candidato in ballo per sostituirlo al comando. Ma gli interessi di Sofia Falcone, sfuggita al manicomio criminale di Arkham dopo dieci anni di reclusione, renderanno l piani di Oz più ostici di quanto inizialmente preventivato.
Ormai giunti all’uscita, la serie ha ricevuto le prime recensioni da parte della stampa specializzata con un giudizio positivo del 91% sul sito Rotten Tomatoes. Un risultato iniziale a dir poco confortante, perfino superiore ai primi responsi di critica avuti col film del 2022. Il giornalista Aramide Tinubu di Variety lo ha definito «un magistrale esame della criminalità, contorto, inquietante e profondamente appassionante».
A questo si accoda il feedback di Glen Weldon, che per conto di NPR ha parlato di «una delle migliori serie televisive dell'anno». Meno confortante invece l’opinione di Alan Sepinwall della rivista Rolling Stone: «The Penguin è un dramma mafioso con un sacco di carneficine, ma privo di un personaggio convincente o abbastanza complesso al centro di tutto il suo caos. Farrell è un personaggio cupo, amaro e bidimensionale, la cui perpetua capacità di superare la concorrenza diventa frustrante perché non è abbastanza profondo da dedicargli tutto questo tempo».
Tra le curiosità più interessanti, il regista Craig Zobel ha svelato a The Hollywood Reporter di aver espresso la propria ammirazione a Matt Reeves per il lavoro compiuto con “The Batman”. Secondo il director, la mail inviata a Reeves complimentandosi per il suo film sarebbe servita a posteriori per guadagnarsi l’ingaggio nella serie televisiva: «Non lo so, lo spero e credo di sì. Sapeva certamente che mi era piaciuto. Quando è uscito il film di Matt Reeves, sono andato a vederlo il primo weekend di programmazione. Non lo conoscevo realmente, avevo la sua e-mail, quindi l'ho contattato per dire: ehi, The Batman era il film di supereroi che volevo vedere. Hai fatto un lavoro grandioso. Quella è stata la mia prima volta in cui ho detto qualcosa a Matt».
Allo scopo di mantenere intatta l’atmosfera caratteristica del film, Zobel ha lavorato a stretto contatto con Matt Reeves e col direttore della fotografia Greig Fraser, adoperando gli stessi elementi tecnici, le lenti e le telecamere utilizzate in precedenza. Per ciò che riguarda invece la direzione di Farrell sul set, il regista ha dimostrato la massima apertura e disponibilità nei suoi confronti, a cominciare dalla cura riposta per preservare il suo aspetto estetico: «Stavamo girando in inverno, ma si riscaldava così tanto perché aveva letteralmente una libbra di plastica in faccia e sta indossando una tuta e tutto il resto. Siamo finiti per accendere l'aria condizionata sul set e tutti noi dovevamo indossare guanti e paraorecchie perché avevamo abbassato la temperatura il più possibile semplicemente per rendere l'esperienza confortevole per lui. C'era inoltre la consistente minaccia che se si fosse riscaldato troppo, avrebbe iniziato a sudare e quello avrebbe fatto staccare le protesi. Non è mai successo, ma abbiamo dovuto pensarci».