Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni, recita un celebre aforisma di Oscar Wilde. E il tradimento, soprattutto in campo sentimentale, lo è.

Un fuoco che non cessa di bruciare e che continua ad alimentare letteratura, cinema, teatro e, da un po’ di tempo anche la Rete, dove si possono trovare siti internet indirizzati a uomini e donne disponibili a un incontro, ma senza il consueto spreco di energie che questa pratica antica comporta. Intorno al tema del tradimento ruota la pièce ”Era la Nona?” della compagnia Spazio T formata da Chiara Murru, Maurizio Pulina, Antonio Luvinetti, in programma oggi alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio e domani alle 20.30 all’Eliseo di Nuoro, per la stagione di prosa curata dal Cedac.

<<Ho preso spunto dalla commedia “Non era la quinta, era la nona” di Aldo Nicolaj, che ho in parte riscritto. Abbiamo tenuto alcuni punti chiave. La regia è presente come immagine più della drammaturgia>>, dichiara Chiara Murru, attrice, regista e drammaturga algherese: <<E’ la storia di un triangolo amoroso. La protagonista si chiama Eva, una donna bizzarra e possessiva che stravolge la vita di un uomo incontrato sulla spiaggia, del quale diventa amante e che cerca di manovrarlo per fare uccidere il marito. Il piano però non riesce e la situazione si capovolge. Saranno l’amante e il marito a disfarsi di lei diventando complici dell’omicidio>>.

E’ stato difficile calarsi in un personaggio dal carattere così malvagio?

<<Sì, anche se la sua figura mi ha attratta molto, probabilmente proprio perché molto lontano da me in tante cose. Eva è una donna appariscente, sexy, femminile. Io invece sono tutto il contrario. In più ha una personalità egocentrica, mentre io, nonostante il lavoro che faccio, sono riservata>>.

Nonostante tutto, la pièce è ricca di umorismo.

<<E’ divertente. Solo alla fine ti rendi conto di aver riso parecchio, malgrado il tema>>.

La musica di Beethoven ha ispirato entrambi i titoli,..

<<Marco Valentino, autore delle musiche, è riuscito ad accentuare l’aspetto noir delle composizioni di Beethoven, anche se poi nello spettacolo compare anche un tema di Bach, unica eccezione di cui pure Nicolaj scrive>>.

Il suo percorso artistico è maturato in Sardegna ma poi si è sviluppato da altre parti.

<<Ho iniziato a fare teatro da piccola ad Alghero. A diciotto anni mi sono trasferita a Milano dove ho frequentato la Scuola Nazionale che ha come struttura portante il metodo Leqoc. studiando con docenti che si sono formati a Parigi nella scuola del grande mimo. L’approccio fisico e il lavoro sul corpo rappresentano la mia cifra stilistica. Le scenografie che utilizzo sono sempre minimali>>.

La sua ricerca si muove anche in altre ambiti?

<<Mi interessa la trasposizione della natura, gli elementi, le maschere. A questo proposito, da anni porto avanti un progetto incentrato sulle maschere dei mamuthones che indaga su ciò che va oltre l’oggetto. Inoltre mi dedico anche ai reading musicali, di cui uno proposto con Gavino Murgia su un testo poco frequentato di Sergio Atzeni, dal titolo Gli amori, le avventure e la morte di un elefante bianco>>.
© Riproduzione riservata