Sono le due e dieci quando Venc, uno dei dj resident, lancia l’ultimo disco del suo set all’Opera Music Forum. Il palco resta vuoto per qualche secondo, giusto il tempo di far salire Gemitaiz e Madman.  

L’urlo della folla esplode con il beat del primo pezzo che fa capire subito sia “Fuori e dentro”. Comincia così uno showcase nella prima di quattro date del Seven Urban Summit, rassegna urban di dicembre a Cagliari.  

Davide De Luca - romano, in arte Gemitaiz - e Pierfrancesco Botrugno - di Martina Franca, alias MadMan -, classe 1988, sono due volti della vecchia scuola hip-hop con un background chiaro e deciso. Nati nell’underground, capaci di uscire dalla nicchia e diventare fenomeni di massa nel senso migliore, collezionando feat con tanti big, anche fuori dal proprio genere.  

Gemitaiz, longilineo, giubbotto e pantaloni di pelle, anfibi slacciati, maglia arancio e tatuaggi anche sul volto, si affianca a Madman, uno scugnizzo che trotterella sotto i riflettori con un giubbotto blu, maglietta grigia Represent e pantaloni larghi. L’alchimia, anche stilistica, è perfetta e cementata da anni di sodalizio. Il pubblico, giovanissimi ma anche trentenni e oltre, circa mille persone, non si risparmia. Canta, si muove, alza le mani, risponde all’invito di urlare.  

Gemitaiz è un pilastro per più generazioni. “Ha portato l’America in Italia” facendo scoprire a tanti teenagers la musica che consigliava. MadMan trascina col talento, snocciola rime veloci e robotiche. Rime che coincidono, beat dritti e frasi che richiamano storie personali, drammi e deviazioni esteriorizzati e universalizzati.  

La scaletta - un’ora circa - accompagna l’Opera in uno dei weekend più freddi d’autunno. I rapper riscaldano, coprono gli spazi del palco, dialogano ogni tanto ma senza sermoni. Sono sulla scena da vent’anni e non è un caso che Gemitaiz chieda al pubblico di alzare le mani per chi fosse al suo live dieci anni fa. Le mani non sono poche, segno che quel filo non si è spezzato. Il dj abbassa ogni tanto il volume o applica un filtro e la platea canta senza esitazioni. Non è per nulla scontata questa comunione d’intenti in un viaggio che tocca tante stazioni: Pistorius, Veleno 6, Hollywood, Bolla Papale col freestyle di Madman, Goal, Veleno 7, Toradol. “Ciao, amore ti mando un bacio” e comincia la poesia di “Senza di me”. Minuti esplosivi si alternano con altri emozionali. Finale con “Blue Sky”:«Empatia pura non esiste modo con cui la si cura». «Perché noi siamo il rap on demand» dissero tempo fa. Una domanda a cui Cagliari ha risposto, in attesa di un altro big, tanto diverso quanto capace di andare presto in hype: Tony Effe. Sarà all’Opera sabato prossimo, 15 dicembre. E chissà che non riparta da qui il dissing con Fedez...

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