Dopo la potenza dei “Carmina Burana” di Orff, la lirica d'estate proposta dall'ente de Carolis porta nell'arena di piazza d'Italia a Sassari una delle opere più amate di Puccini: “Madama Butterfly”. Domani e sabato, sempre alle 21.30, cast internazionale con il tenore Francesco Demuro (Pinkerton), il soprano coreano Vittoria Yeo (Cio Cio San), Irene Molinari (Suzuki), Fabian Veloz (Sharpless), Eva Goreux (Kate Pinkerton), Nicolas Resinelli (Goro), Michael Zeni (Il Principe Yamadori), Teppei Matsunaka (Lo Zio Bonzo), Giuseppe Lisai (Commissario Imperiale) Simone Casu (Ufficiale Del Registro), Antonella Masia (Madre Di Cio Cio San), Tania Esposito (la zia) , Giulia Cabizza (La Cugina).

Regia e scene sono curate da Alberto Gazale, direttore artistico dell'ente sassarese. L'orchestra sarà diretta da Sergio Oliva, il coro da Francesca Tosi.

Francesco Demuro, come si affronta il debutto nel ruolo di Pinkerton?

«Arrivo dal belcanto e qui con Pinkerton andiamo sul lirico spinto, su una vocalità un po' più drammatica, ma ho esperienza e canterò con la mia voce senza cercare colori che non mi appartengono. Il ruolo è meraviglioso, le melodie di Puccini mi faranno godere di ogni singola nota».

La lirica d'estate all'aperto è una formula che funziona?

«Devo fare i complimenti a Gazale perché sta creando una cosa meravigliosa per divulgare la cultura anche a chi è restio ad andare in teatro. Fare lirica in piazza fa sì che anche molti ragazzi possano ascoltarla e innamorarsi, la Madama Butterfly non ti lascia indifferente».

Durante l'opera il regista Pietro Mereu girerà le riprese per il film “Il Re Cantore”, come la vive questa esperienza?

«La mia vita è veramente un film, se ci fossero state le telecamere a riprendermi già da quando ero piccolo... Ho dovuto fare grandi sacrifici da ragazzino, non potevo essere spensierato come i coetanei, sono fortunato perché questo lavoro è la mia passione e mi ha portato in giro per il mondo, quindi le rinunce si bilanciano».

Ma le piacerebbe fare cinema?

«Mi piacerebbe e non solo per una ripresa di un'opera, come “La Bohème”, ma proprio per recitare. Noi cantanti d'opera siamo comunque attori. Del resto ho lavorato con registi prestati all'opera come Wim Wenders a Berlino per “Les Pecheurs de Perles”, e sempre a Berlino con Mario Martone per Falstaff».

Prossimo impegno internazionale con la lirica?

«Ne cito uno che è un punto importante della mia carriera: nel 2026 sarò alla Royal Opera House del Covent Garden di Londra per I puritani di Bellini».

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