Si sa: in una kermesse come quella di Sanremo in cui la performance live deve essere la migliore possibile, avere gli strumenti adatti è tanto importante quanto saper cantare ed emozionare.

Ecco perché se Blanco, assieme a Mahmood, ha deliziato gli spettatori con esibizioni sempre impeccabili fino alla vittoria finale, è anche merito di due ragazzi originari della Sardegna: sono Riccardo Cherchi, 33 anni di Olmedo, e Alessandro Mucci, 40 anni di Orosei. Il primo fonico e ingegnere del suono, il secondo esperto di protesi acustiche, sono stati loro a inventare la cuffia in-ear che indossava il 19enne bresciano.

L’idea del prodotto è arrivata qualche anno fa: Cherchi e Mucci si sono conosciuti per caso e da una semplice consulenza hanno deciso di mettere insieme le loro competenze per inventare qualcosa di completamente nuovo e super tecnologico.

Così è nata NTS Audio, un’azienda il cui prodotto di punta oggi è il monitor in-ear di altissima qualità che copre la parte interna del padiglione auricolare, plasmandosi su misura dell’orecchio di ogni artista. In pochissimo tempo la cuffia ha spopolato tra la maggior parte dei cantanti italiani e non solo, da Marracash, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Boss Doms, Nic Cester dei “Jet”.

Nella scorsa edizione di Sanremo la indossavano Coma Cose, Madame, Colapesce, DiMartino e Wrongonyou. Quest’anno Emma, Achille Lauro, Le Vibrazioni, Sangiovanni, Tananai, Highsnob e HU, Rkomi. E poi la grande soddisfazione di un’artista sul gradino più alto del podio. "E’ stato bellissimo – racconta a L’Unione Sarda Riccardo Cherchi -. Da tre anni ‘siamo’ a Sanremo ma non avevamo mai vinto. E’ vero che il primo posto di Blanco e Mahmood era abbastanza scontato. Ma io per scaramanzia un voto l’ho dato. Ho pensato ‘Metti che l’ultimo voto è il mio!’”.

Blanco e Mahmood (Ansa - Ferrari)
Blanco e Mahmood (Ansa - Ferrari)
Blanco e Mahmood (Ansa - Ferrari)

Facciamo un passo indietro, quando ha capito che voleva fare il fonico?

“Da sempre, da quando già in Sardegna gestivo un piccolo studio con un amico. Il problema è che il mestiere del fonico è molto difficile nell’Isola. Per cui dodici anni fa mi sono trasferito per studiare a Milano e poi ho iniziato subito a lavorare”.

Si è sempre occupato di musica?

“Finora sì. O meglio, non faccio musica mia perché non è proprio la mia specialità. Ma registro e mixo il lavoro degli artisti in studio”.

Com’è nata l’avventura di NTS Audio?

“Quasi per caso. Stavo registrando il disco di una band, e il chitarrista era proprio il mio attuale socio Alessandro. Un giorno mi ha chiesto una consulenza: mi ha spiegato che da appassionato di tecnologia voleva allargare il suo raggio d’azione e provare a spaziare con dispositivi più hi-tech. Da quel momento è iniziata la nostra odissea”.

Perché odissea? Il progetto non è decollato subito?

“Il problema è stato precisamente quello: è decollato subito. Non c’è una scuola per fare cuffie in-ear. Il prodotto non l’abbiamo inventato noi, ma non esiste un corso di formazione. Ogni azienda ha il suo know-how, nessuno ti dice come si fa. In diversi anni abbiamo buttato tempo, soldi ed energie per sperimentare. Il punto è che io avevo tanti contatti, avevo già lavorato con Mika, Takagi & Ketra, J-Ax, Matteo Bocelli, Shaggy. Quindi avevamo già tanti potenziali clienti e ci siamo buttati prima ancora di avere il prodotto pronto”.

Chi è stato il primo artista a scegliervi?

“Riki Marcuzzo, cantante di Amici. Le nostre cuffie lo hanno accompagnato in uno dei primi concerti ad Assago. Io e Alessandro, a bordo palco, eravamo in uno stato di ansia incredibile! Avevamo paura che succedesse qualcosa davanti a 15mila spettatori. La cuffia già funzionava bene, per fortuna, ma era ancora un po’ acerba. Abbiamo fatto da quel momento passi da gigante”. 

Quanto sono importanti le cuffie in un live?

"Come il volante in Formula Uno. Il pilota resta il pilota ma ha bisogno degli strumenti. Soprattutto a Sanremo”.

Perché soprattutto a Sanremo?

“L’Ariston è un teatro molto piccolo. Il palco si prende metà platea e c’è un forte ritorno. Queste cuffie permettono a cantanti e musicisti di ascoltare la musica dell’orchestra e la propria voce in tempo reale, eliminando il rumore esterno”.

Il cantante che vi ha fatto la richiesta più assurda?

“Francesco Sarcina delle Vibrazioni. Ci ha chiesto di applicare dei teschi d’argento sulle cuffie: ‘Voglio che mi escano dei teschi dalle orecchie’. E noi lo abbiamo accontentato, anche se l’effetto è un po’ Frankenstein...”.

Progetti per il futuro?

“Ci stiamo spostando sul gaming e su prodotti per il consumatore ‘semplice’. L’esperienza ci insegna che le cose vanno fatte con calma. Finora abbiamo avuto la fortuna di poter parlare direttamente con gli artisti e migliorarci man mano. In un’ottica industriale il prodotto, quando viene messo sul mercato, deve essere già perfetto”.

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